Cresce in Italia il ricorso al noleggio dei beni strumentali e dei macchinari usati

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Efficienza, riduzione dei costi e attenzione all’ambiente: sono questi i principali driver del mercato dei beni strumentali e dei macchinari usati, un settore dal valore stimato tra i 5 e i 10 miliardi di euro in Italia, con una crescita annua prevista tra il 5% e l’8%. Una soluzione di economia circolare che attira sia le pmi, motore del sistema produttivo italiano, sia le grandi aziende impegnate in modelli più sostenibili ed economicamente ottimizzati, prolungando la vita utile dei beni, massimizzando l’uso delle risorse e riducendo gli sprechi. Tra i settori strategici più coinvolti: macchine utensili, automazione industriale, tecnologie medicali ed elettromedicali, energie rinnovabili, IT, moduli prefabbricati, macchinari per edilizia e movimento terra, macchine agricole, attrezzature per stampa e sistemi di logistica e movimentazione.

È quanto emerge da uno studio di WeAsset, società del Gruppo Domorental, che propone la formula innovativa del noleggio operativo di beni strumentali usati, basata sulla rigenerazione, il riutilizzo e la reimmissione sul mercato di beni a fine contratto o provenienti da fornitori terzi.

Un mercato in espansione

Il mercato dei beni strumentali usati continua a mostrare segnali di forte crescita, alimentato da un contesto economico e normativo favorevole. Le stime collocano il valore complessivo tra i 5 e i 10 miliardi di euro in Italia, con tassi di incremento annuo compresi tra il 5% e l’8%. Gli incentivi alle imprese, come quelli previsti dai piani Transizione 4.0 o 5.0 e dalla Sabatini, si applicano esclusivamente ai beni strumentali nuovi, escludendo i beni usati. Di conseguenza, il noleggio di beni usati può rappresentare una valida alternativa per le aziende, in particolare per le pmi, interessate a soluzioni innovative e al miglioramento delle linee produttive sfruttando le tecnologie avanzate disponibili sul mercato. Per quanto riguarda invece il dettaglio del mercato del noleggio operativo, in Italia solo nel primo semestre del 2024, sono stati siglati oltre 53.000 contratti (+10% rispetto al 2023) per un valore superiore a 770 milioni di euro (+13,4%, secondo Assilea).

Il parco macchinari da rinnovare

La situazione del parco macchinari in Italia evidenzia la necessità di interventi strutturali. I macchinari industriali in uso nel nostro Paese hanno mediamente dai 12 ai 15 anni, con casi in cui l’età supera i 20 anni, compromettendo efficienza produttiva e sostenibilità (fonte: Ania). Anche gli impianti tecnologici soffrono di un’obsolescenza marcata: il 30% delle apparecchiature utilizzate nei settori dell’automazione, della robotica e dell’Ict ha più di dieci anni (fonte: Politecnico Milano), un dato che influisce negativamente sulla competitività e aumenta i costi operativi. In questo contesto, il refurbishing – cioè, la rigenerazione e l’ammodernamento degli impianti – si conferma una leva strategica. Estendere il ciclo di vita dei macchinari riduce il consumo di materie prime, abbattendo l’impatto ambientale e promuovendo un utilizzo più efficiente delle risorse. Secondo IDC, anche nel 2025 il mercato globale dei dispositivi elettronici rigenerati crescerà di oltre l’11%, confermando il trend positivo degli ultimi anni.

L’integrazione nei bilanci Esg

Il noleggio di beni strumentali usati può rispondere sempre alle richieste delle aziende, spinte dai criteri di sostenibilità, che ne favoriscono l’integrazione nei bilanci Esg, promuovendo una gestione delle risorse più sostenibile e responsabile. Nel caso della soluzione di WeAsset, grazie alla partnership con Upgreene, viene rilasciata la certificazione Carbon Cancelling, emessa tramite Blockchain o registri pubblici ufficiali, che rappresenta la compensazione di CO2 in un determinato periodo per l’intera filiera di un prodotto o processo produttivo, rispondendo alle richieste dello scope 3 della Direttiva Ue 95/2014 per il monitoraggio dell’impronta carbonica legata alla produzione esternalizzata o a contratto.

“Abbiamo lavorato intensamente su questa idea – dichiara Claudio Mombelli, ceo di WeAsset e del Gruppo Domorental -. Il nostro obiettivo è offrire soluzioni flessibili e personalizzate, capaci di ridurre i costi aziendali fino al 40% rispetto all’acquisto di beni nuovi. Allo stesso tempo, puntiamo a promuovere la sostenibilità attraverso l’utilizzo di macchinari rigenerati e la certificazione Carbon Cancelling. Questo approccio, che integra principi di economia circolare, è in linea con la mission di Domorental, impegnata a favorire modelli di business che massimizzano l’uso delle risorse e un’economia basata sull’accesso ai beni e servizi, piuttosto che sulla proprietà. Vogliamo introdurre un cambiamento positivo, che si traduca in maggiore efficienza, minori sprechi e un futuro più sostenibile.”

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