Contro l’inquinamento atmosferico una foresta invisibile sulle facciate degli edifici

Data:

L’inquinamento atmosferico dell’aria colpisce, indistintamente, i cieli delle più grandi città principali metropoli italiane e mondiali, con impatti diretti sulla salute delle persone e sull’economia.

Sono 11 le città italiane tra cui Milano, Venezia, Torino, Bergamo e Brescia nella lista delle 20 peggiori città europee per la qualità dell’aria (European environment agency).

Questo lo scenario discusso all’evento “Liberi di respirare insieme” promosso a Milano da REair, con il patrocinio di Green Building Council Italia e della Fondazione Politecnico di Milano e con il supporto dei partner Acrobatica, AXA IM Alts, Monte Rosa 91 e Acone Associati che ha messo a confronto, attorno allo stesso tavolo, istituzioni, imprese, mondo accademico e comunità scientifica, tutti uniti in un’alleanza strategica per un bene comune, rappresentato dalla creazione di innovazione e sostenibilità a tutela dell’ambiente e delle persone, nel pieno rispetto dei criteri per uno sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda ONU 2030.

Per mettere in pratica questo obiettivo diventa fondamentale sfruttare le skyline delle metropoli italiane sulle quali “far crescere” la più grande foresta invisibile diffusa mai realizzata al mondo, vasta ben 10 km², come se l’intero centro storico di Milano fosse ricoperto da 4,3 milioni di alberi: qui, le superfici outdoor di edifici come condomini, scuole e grattacieli catturano gli agenti inquinanti convertendoli in residui non nocivi, riducendo l’impatto ambientale e garantendo anche spazi indoor più salubri e a zero costi energetici.

Una rinnovata visione urbanistica e architettonica nella quale facciate di palazzi, monumenti, abitazioni e spazi interni diventano parte attiva nel promuovere il benessere e la salute delle persone, trasformando le città in ecosistemi viventi e sostenibili. Ma non è tutto perché quest’area mangia smog, oltre agli ossidi di azoto, è in grado anche di decomporre proattivamente composti organici volatili (VOC), polveri PM organiche e altri agenti patogeni nocivi. La reazione consente di disgregare i principali inquinanti presenti nell’aria, trasformandoli in sottoprodotti innocui come sali, anidride carbonica e acqua.

Secondo una stima realizzata da REair trattando, entro il 2030, con i prodotti fotocatalitici una superficie totale di 10 km², calcolata sulla base della densità degli edifici presenti all’interno delle aree urbane delle principali metropoli italiane, si otterrebbe un abbattimento di emissioni di NOx (ossidi di azoto) pari a 2.000 tonnellate l’annol’equivalente di 1.430 campi da calcioquasi 3 Central Park di New York (3,4 km²) o più dell’intero centro storico di Milano (9,7 km²).

“Grazie all’innovazione sviluppata da REair e al supporto di partner di rilievo nazionale e internazionale nel settore dell’edilizia e del facility management, stiamo rendendo possibile un nuovo approccio alla salubrità dell’aria e al benessere delle persone, sia all’interno che all’esterno degli edifici. La nostra tecnologia all’avanguardia si basa su una visione delle metropoli come «foreste invisibili», un concetto che proietta le città verso un futuro più sostenibile e umano – afferma Raffaella Moro, ceo di REair – Questa tecnologia propone una visione urbanistica e architettonica innovativa in cui le facciate degli edifici non saranno più solo elementi passivi, ma si trasformeranno in strumenti attivi per promuovere il benessere e la salute, contribuendo a trasformare le città in ecosistemi viventi. L’obiettivo è quello di rendere democraticamente accessibile la sostenibilità, applicando su larga scala soluzioni che abbracciano salute, ambiente ed equità sociale, dal centro città alle periferie. Grazie a questa tecnologia, REair si impegna a costruire un futuro urbano in cui le città diventino luoghi più sani e sostenibili, offrendo benefici tangibili a livello ambientale e sociale”.

“I recenti eventi calamitosi in Spagna ed in altre parti del mondo, i continui appelli della comunità scientifica sulle drammatiche conseguenze connesse ai cambiamenti climatici sull’ambiente e salute del pianeta, debbono far riflettere, anche in sede nazionale, sulle possibili azioni da intraprendere per arginare con urgenza il fenomeno”, dichiara Walter Ricciardi, professore ordinario del Dipartimento di Scienze della vita e sanità pubblica presso l’Università Cattolica di Roma.

Nel corso della prima sessione tematica, che ha avuto come focus principale quello della progettazione di edifici sostenibili, sono intervenuti Massimo Roj, ceo e founding partner di Progetto CMRFabrizio Capaccioli, presidente di Green Building Council Italia, che ha parlato dell’importanza della democratizzazione dell’approccio alla sostenibilità degli edifici a garanzia di uno sviluppo equo e certificato. “Democratizzare l’approccio alla sostenibilità degli edifici è una sfida fondamentale per costruire un futuro in cui lo sviluppo sostenibile e certificato diventi la norma, non l’eccezione.

Green Building Council Italia guida questo cambiamento. Costruire in modo sostenibile non è solo una questione di materiali e tecniche avanzate, ma una scelta che mette al centro le persone e il loro benessere. Significa creare spazi che combattano l’isolamento e restituiscano alle comunità qualità della vita e legami più forti”.

Oltre a Stefano Capolongo, architetto, PhD, professore ordinario di Hospital Design e Urban Health presso il Politecnico di Milano il quale ha spiegato come “in una visione moderna dell’architettura e della progettazione urbana, la centralità dell’uomo e dei suoi bisogni è imprescindibile. La qualità della vita, il benessere e la salute delle persone devono essere il fulcro della progettazione di spazi abitativi, di lavoro e di cura, trasformando il modo in cui concepiamo e costruiamo il nostro ambiente. Per rispondere a questa sfida, il Politecnico ha dato vita al progetto JRP (Joint Research Project), un’iniziativa che si propone di ripensare l’architettura ospedaliera e l’organizzazione degli spazi sanitari, con un’attenzione particolare alla salubrità e all’efficienza degli ambienti. Il progetto JRP rappresenta un importante sforzo collaborativo, in cui la scienza incontra le realtà produttive e le aziende del settore sanitario, unendo competenze per creare soluzioni innovative e sostenibili”.

Protagoniste della seconda sessione, tutta al femminile, intitolata “Sostenibilità Esg, miglioramento ambienti di vita e lavoro” sono state Stefania Carraro, senior lecturer of Sustainability presso SDA Bocconi School of ManagementRosa Draisci, già direttore del Centro nazionale delle sostanze chimiche, prodotti cosmetici e protezione del consumatore presso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e Moro, ceo e founder di REair.

La terza e ultima sessione è stata invece interamente dedicata alla presentazione di alcune case history a partire dalla partnership strategica siglata a maggio 2024 tra REair e Acrobatica che ha trovato una delle prime applicazioni, la scorsa estate, con un intervento sullo Skyway Monte Bianco, come testimoniato da Martina Pegazzano, Investor Relator & ESG Manager di Acrobatica. Grazie ai lavori di pulizia e manutenzione eseguiti con l’innovativo brevetto eCoating di REair sugli oltre 600 mq di superficie outdoor tra il Pavillon (a 2.173 m) e Punta Helbronner (a 3.466 m), è stato possibile abbattere fino a 59 kg di ossidi di azoto (NOx) all’anno, che equivalgono alla piantumazione di un bosco invisibile con 142 alberi a foglia decidua.  Proseguendo poi con il progetto di riqualificazione realizzato sull’edificio Monte Rosa 91, sede dell’evento, presentato da Francesco Rovere, senior development manager di AXA IM Alts.

Dell’importanza dell’integrazione dei criteri Esg nella gestione dei patrimoni immobiliari ha parlato Nicola Sajeva, director of asset & development management Prelios SGR mentre Vincenzo Acone, presidente di Acone Associati ha portato la sua testimonianza sul ruolo della pubblicità e delle grandi affissioni pubblicitarie come importante veicolo per la rigenerazione urbana. In particolare Acone Associati, durante l’evento, ha presentato i numeri della collaborazione instaurata con REair nel corso del 2024: il trattamento di quasi 24.000 mq di teli architettonici in PVC, finora eseguito con la tecnologia fotocatalitica REair, ha attivato una reazione equivalente a quella ricavabile dalla piantumazione di circa 6.080 alberi di città, contribuendo ad abbattere circa 2.530 kg di ossidi di azoto (NOx) per anno, corrispondenti alle emissioni annue di 3.520 automobili Euro6 a benzina. L’intervento conclusivo degli Stati generali sulla qualità dell’aria è stato affidato a Angelo Del Favero, consigliere delegato R&S di REair e già direttore generale dell’Istituto superiore di sanità.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Calendario eventi

Ultimi articoli

Related articles

Contro l’inquinamento atmosferico una foresta invisibile sulle facciate degli edifici

L'inquinamento atmosferico dell'aria colpisce, indistintamente, i cieli delle più grandi città principali metropoli italiane e mondiali, con impatti diretti sulla...

Apre al lago di Como il secondo hotel Mama Shelter d’Italia

Ennismore avvia l'apertura del Mama Shelter Lake Como. Situato nel centro della città di Como, il Mama Shelter...

C&W: a Milano il rischio obsolescenza degli uffici al 2030 è dell’86%

Il rischio di obsolescenza del patrimonio immobiliare a destinazione ufficio sta crescendo velocemente soprattutto nelle città dell’Europa occidentale,...

ArchitettiVerona: premiati i sei migliori progetti realizzati sul territorio provinciale

Promosso dall'Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della provincia di Verona, il Premio ArchitettiVerona nasce nel 2009 in...