Condomini smart: senza formazione e incentivi l’Italia resta indietro

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Che il parco residenziale italiano sia obsoleto è cosa nota: nel paese l’84,5% degli edifici è stato costruito prima del 1990, ma il problema è che l’Italia ha un basso tasso di rinnovamento, solo lo 0,85% a fronte di 1,7% di Francia e Germania.

L’obsolescenza delle case, e dei condomini, rende più arduo raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, a partire da quelli definiti dalla direttiva Case green.

Eppure, secondo le stime di The European House – Ambrosetti, con l’efficientamento si potrebbero ridurre del 33% i consumi di energia e abbattere la CO2 fino al 24%, il tutto con un risparmio di ben 19 miliardi di euro per i cittadini. 

Ad esempio, gli impianti moderni potrebbero contribuire al miglioramento dell’efficienza energetica, della sicurezza e del comfort abitativo, supportando una gestione più sostenibile degli edifici e anche un risparmio in bolletta per chi ci vive.

Questi concetti erano stati definiti anche dallo studio Anie-Cresme, secondo cui nel totale degli investimenti edilizi fatti dai condomini in Italia nel 2023, il 37% era stato destinato agli impianti.Poco, così come è attualmente scarsa la digitalizzazione dei condomini in generale, processo che potrebbe spingere l’efficientamento ma che è ancora poco diffuso, sia per ragioni di costi che di scarsa informazione a livello amministrativo.

Il caso Gabetti Lab – Recrowd

Nel 2023, Recrowd e Gabetti Lab avevano lanciato una grande campagna di lending crowdfunding immobiliare per un progetto di riqualificazione  di condomini  che si era chiusa con sette operazioni finalizzate, oltre 22milioni di euro complessivamente raccolti da 955 investitori, 90 condomini ristrutturati e più di 24milioni di euro di capitali e interessi restituiti.

A inizio anno la partnership si è rinnovata, e prevede l’acquisto e la ristrutturazione di palazzine in classe energetica G-F con l’obiettivo di riqualificarle in strutture di classe A-B attraverso interventi volti a migliorarne l’efficienza energetica, la funzionalità e il valore di mercato, perché il progetto prevede anche la successiva vendita degli immobili riqualificati.

Le società che lavorano in questo verso quindi ci sono e l’apporto tecnologico sembra essere la via maestra per rendere il condominio più smart, ovvero efficiente, meno dispendioso e più piacevole da vivere.

Gli interventi riguardano le rinnovabili, con l’installazione dei pannelli solari che permettono il cosiddetto autoconsumo collettivo condominiale, ovvero la possibilità di produrre e condividere l’energia elettrica, così come il wi-fi, le colonnine elettriche per le auto, i sistemi per il risparmio idrico e tutto ciò che ha che fare con la comunicazione tra condomini.

La tecnologia ben studiata e ben applicata andrebbe oltre probabilmente i caotici gruppi WhatsApp e userebbe sistemi più professionali come bacheche elettroniche, documentazioni digitali, monitoraggi e rendiconti del risparmio energetico conseguito.

Amministrazione e Ai: un corso finanziato dalla regione Lombardia

Ecco allora entrare in gioco l’Ai, tanto che la regione Lombardia ha finanziato un recente percorso dal nome “Intelligenza artificiale e amministrazione condominiale: innovazione, automazione e gestione avanzata”, promosso da Progetto Europa, che nasce con l’obiettivo di fornire agli amministratori strumenti concreti per affrontare le sfide della moderna gestione condominiale, sempre più articolata e multidisciplinare, attraverso l’uso dell’Ai come leva di semplificazione ed efficienza.

La rivoluzione tecnologica dei condomini può quindi partire da chi li amministra, che dovrà superare lo scoglio delle lacune informative e anche dei dati di fatto: rigenerare è un’operazione costosa, che difficilmente può essere sostenuta in autonomia dagli abitanti, per quanto le prospettive future di risparmio e benessere siano ottime.

Ambrosetti stessa nella sua ricerca ha rilevato che il 64,1% degli italiani ritiene di avere informazioni scarse, generiche o nulle riguardo al concetto di smart building. Oltre 1/4 dei cittadini ha la percezione di costi elevati delle tecnologie e degli interventi (26,9%) e lamenta difficoltà di accesso agli incentivi (20,3%). 

Servono, quindi informazione, incentivi e formazione degli amministratori, perché anche l’Italia possa cominciare ad avere condomini più smart, quindi sostenibili, sicuri e piacevoli da vivere.

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