Per i settori di illuminazione interna e illuminazione pubblica, lo scenario previsto dal Pniec per il raggiungimento degli obiettivi Ue prevede 5 miliardi di euro di investimenti, ma quanti dei fondi messi a disposizione dalle varie misure è stato effettivamente speso?
Non tutte le iniziative hanno prodotto gli esiti attesi e molti investimenti registrano ritardi rispetto alle tempistiche previste. È questo uno degli aspetti al centro dell’indagine “Analisi delle potenzialità di mercato delle soluzioni di smart lighting in Italia” realizzata dal Politecnico di Milano e presentata in occasione dell’assemblea generale di Assil, l’Associazione nazionale dei produttori di illuminazione.
“Nonostante ci sia ancora molto che si possa e si debba fare, questo programma di investimenti dimostra quanto l’impegno da parte di Istituzioni, Enti ed associazioni si stia rafforzando non solo a livello europeo ma anche a livello nazionale” – sottolinea Carlo Comandini, presidente di Assil. “La revisione della direttiva EPBD stimolerà nuovi miglioramenti delle prestazioni energetiche degli edifici. Accanto a questo, l’aggiornamento dei Criteri Ambientali Minimi, di cui la nostra associazione nel corso delle interlocuzioni con il Ministero, ha sostenuto, visionato e avvallato i criteri premianti relativi ai temi connessi all’illuminazione, può rappresentare una strategica opportunità per valorizzare il contributo del comparto dell’illuminazione nell’ambito del rinnovamento del patrimonio immobiliare e della rigenerazione urbana. L’illuminazione, viene così valutata non solo per i benefici di risparmio energetico, ma anche per quelli legati al miglioramento della qualità di vita delle persone”.
L’indagine prende anche in esame l’introduzione di sistemi di controllo avanzato dell’illuminazione evidenziando il risparmio energetico ottenibile in alcuni settori di interesse: dai musei, alle scuole, agli ospedali, agli hotel, agli uffici, al comparto retail, industria e illuminazione pubblica.
Considerando un settore altamente energivoro – quello degli ospedali – l’introduzione di 2.150 punti luce con sistema di gestione avanzata a fronte di un investimento di 1,6 milioni di euro, con 6.350 ore di funzionamento, garantirebbe un risparmio in termini di energia dell’83% pari a 861 MWh annui, e con 221 tonnellate di emissioni di CO2 in meno. I tempi previsti per rientrare nell’investimento si aggirano intorno a 2,3 anni.
Le analisi economiche legate agli investimenti confermano la solidità di questo tipo di transizione, che si dimostra vantaggiosa in tutti i settori e rappresenta una scelta strategica per contenere i costi operativi grazie anche ai brevi tempi di ritorno sull’investimento. Nonostante alcune variazioni nei prezzi delle tecnologie, il costante e continuo incremento del costo dell’energia elettrica, rende ancora più rilevante il risparmio ottenibile attraverso sistemi di illuminazione ad alta efficienza.
Considerando come altro esempio l’illuminazione pubblica, a fronte di un investimento di 9,9 milioni di euro per l’introduzione di 10.000 punti luce di sistemi di illuminazione avanzata con 4.380 ore di funzionamento annuo si raggiungerebbe un saving energetico nell’ordine del 67% pari a 2,4 MWh. Il risparmio in termini di CO2 è superiore a 980 tonnellate, mentre i tempi per rientrare nell’investimento sono intorno ai 4,8 anni.
Un risparmio di 30 euro procapite all’anno
Secondo le stime della Commissione Europea, il passaggio a prodotti di illuminazione efficienti dal punto di vista energetico farà risparmiare al singolo consumatore in media circa 30 euro all’anno e potrebbe portare ad evitare circa 7 mln di ton di CO2 per anno (grazie al risparmio energetico di circa 34 TWh).
I vantaggi dati dai sistemi di illuminazione avanzata non si misurano soltanto in termini di sostenibilità ambientale, ma garantiscono comfort visivo, benessere e un’illuminazione di qualità, elementi da prendere in considerazione e, quindi, integrare in ogni intervento progettuale. “Siamo fortemente convinti che assicurare adeguati livelli di comfort visivo debba rappresentare un obiettivo da prendere in considerazione fin dalla progettazione dell’edificio, integrando da subito scelte illuminotecniche coerenti con le esigenze degli utenti, le caratteristiche della tipologia di spazio e i requisiti di qualità ambientale” – conclude Comandini.
Illuminotecnica dinamica, ma cala il fatturato 2024
L’industria italiana dell’illuminotecnica, dopo due anni di calo, ha chiuso il 2024 con un incremento della produzione industriale superiore al 5%. Il settore è risultato più dinamico rispetto alla media dell’elettrotecnica (+1,1%). Il recupero della produzione, osservato nel 2024, non ha generato una pari ripresa in termini di crescita del fatturato: si sono infatti susseguiti 4 trimestri consecutivi di calo che hanno portato a una variazione annua negativa del -7,5% che ha portato il fatturato del comparto sui livelli del 2021. Il calo del fatturato del settore ha riguardato in primo luogo il mercato nazionale (-10%), a fronte di una riduzione più modesta sul fronte estero (-4,1%).
La riduzione di fatturato estero è causata dalla debole performance delle esportazioni per il 2024. La chiusura d’anno ha evidenziato un calo dell’export italiano del comparto di quasi 3 punti percentuali, per un calo complessivo di quasi 50 milioni, e di oltre il 50% nelle quantità. Anche il primo trimestre 2025 ha confermato dinamiche tendenziali cedenti, sia nei valori in euro (-7,8%), sia soprattutto nelle quantità (-24,4%). A livello geografico, le contrazioni tendenziali delle esportazioni italiane di illuminotecnica, hanno riguardato soprattutto i mercati di Germania (-15,9 milioni di euro rispetto al corrispondente periodo 2024), e Francia (-5,2 milioni), rispettivamente 1° e 2° mercato di destinazione dell’export italiano 2024 del comparto. Risultati moderatamente positivi provengono da Sud Corea (+2 milioni di euro), Spagna (+1,5 milioni), Ungheria e Cina (+1,4 milioni in entrambi i casi), Arabia Saudita e Turchia (+1,3 milioni in entrambi i casi).