Una nuova ricerca globale condotta da International Workplace Group (IWG) e dalla società di consulenza ingegneristica Arup rivela che
Le aziende che consentono ai dipendenti di utilizzare spazi di lavoro e uffici vicino a casa, come parte di un approccio ibrido, possono aumentare la produttività dell’11% nei prossimi cinque anni.
L’evidenza emerge da una ricerca globale condotta da Iwg e dalla società di consulenza ingegneristica Arup e combina le analisi del National bureau of economic research – che misura quanto del tempo risparmiato evitando il pendolarismo venga dedicato al lavoro – con lo studio di Economist Impact sulle distrazioni in ufficio nelle sedi delle aziende statunitensi. I risultati si aggiungono alle ricerche accademiche di studiosi come il professor Nicholas Bloom della Stanford University, che in un test randomizzato per Trip.com* aveva già evidenziato un incremento di produttività del 3-4% grazie al lavoro ibrido.
Dal lavoro ibrido 566 mld di dollari all’economia Usa
L’Iwg Hybrid working productivity report ha analizzato l’impatto potenziale del lavoro ibrido sulle performance aziendali e sulla crescita economica, qualora un numero maggiore di lavoratori del settore terziario operasse in uffici e spazi di lavoro situati nelle comunità locali.
Secondo lo studio, il lavoro ibrido potrebbe generare 219 miliardi di dollari di Gross value added (Gva) all’anno entro il 2030 negli Stati Uniti e 566 miliardi entro il 2045 – equivalenti al Gva di Austin – grazie a una maggiore produttività, alla riduzione del turnover, alla diminuzione dei costi di sostituzione del personale e dei costi di gestione del portafoglio immobiliare. Nel Regno Unito, la produttività potrebbe crescere del 12%, con un contributo di 24 miliardi di sterline di Gva all’anno, che salirebbero a 46 miliardi entro il 2045, pari al contributo economico della città di Leeds.
Lavoro ibrido: più produttività e miliardi di risparmi per le economie
L’aumento dell’11% nella produttività è dovuto alla riduzione dei tempi di spostamento, che consente ai dipendenti di concentrarsi di più sul lavoro e avere meno distrazioni rispetto al lavoro in sede. In questo modo, fino al 40% del tempo risparmiato viene dedicato a ulteriore lavoro. Secondo lo studio, la percentuale di lavoratori che dichiarano livelli di produttività “eccellenti” è del 67% più alta negli spazi flessibili anche rispetto a chi lavora esclusivamente da casa.
Ottimizzare il tempo a disposizione può avere un impatto significativo sulle aziende e sull’economia: se i lavoratori trascorressero metà del loro tempo in spazi di lavoro locali o uffici flessibili, si potrebbero ottenere fino a 170 ore di lavoro aggiuntive per dipendente ogni anno, equivalenti a 42 miliardi di dollari di Gva annuale entro cinque anni, cifra che salirebbe a 109 miliardi entro il 2045. Anche l’utilizzo occasionale di spazi flessibili da parte di aziende che operano prevalentemente in remoto potrebbe ridurre i costi di 5 miliardi di dollari l’anno entro il 2030.
Il lavoro ibrido si dimostra inoltre essenziale per la fidelizzazione dei dipendenti: soluzioni flessibili possono ridurre le dimissioni volontarie fino al 20%. Negli Stati Uniti, ciò si tradurrebbe in risparmi annuali di 22 miliardi di dollari entro il 2030 e 45 miliardi entro il 2045, grazie alla riduzione dei costi di assunzione e formazione. I dipendenti sono infatti tre volte più propensi a restare in un’azienda che offre opzioni di lavoro flessibile.
Anche i lavoratori traggono vantaggi economici significativi: eliminare il pendolarismo quotidiano può far risparmiare fino a 30.332 dollari l’anno a chi lavora localmente per quattro giorni a settimana.
Le aziende che passano a hub locali o a spazi di lavoro flessibile e coworking possono ridurre i costi immobiliari del 55%
Adottando il lavoro ibrido e spazi ufficio flessibili, le imprese possono ridurre in modo significativo i costi di gestione e quelli immobiliari, offrendo al contempo spazi di lavoro di qualità superiore a una frazione del costo dei tradizionali contratti di locazione a lungo termine.
Secondo lo studio, le aziende che trasferiscono l’intero portafoglio immobiliare in hub di quartiere o offrono ai dipendenti abbonamenti a spazi di coworking, anziché uffici centrali, possono ridurre i costi immobiliari del 55% negli Stati Uniti. Complessivamente, le imprese statunitensi potrebbero risparmiare fino a 58 miliardi di dollari l’anno entro il 2030 e 122 miliardi entro il 2045 grazie a sedi decentralizzate o a formule di abbonamento a spazi flessibili.
Mark Dixon, ceo e fondatore di International workplace group, ha commentato: “Il nostro ultimo studio con Arup si aggiunge alle crescenti evidenze accademiche che dimostrano i notevoli benefici in termini di produttività del lavoro ibrido. Quando le aziende danno ai dipendenti la libertà di lavorare più vicino a casa, in spazi ben attrezzati e senza lunghi spostamenti quotidiani, i risultati sono chiari: maggiore concentrazione, meno distrazioni e un miglior equilibrio tra vita privata e lavoro. Tutti fattori che si traducono in un incremento tangibile della produttività. Questi benefici, su larga scala, possono generare miliardi di valore per le economie di tutto il mondo”.
“In poche parole, è una soluzione vantaggiosa per aziende e dipendenti: i lavoratori sono più coinvolti e godono di un migliore equilibrio vita-lavoro, mentre le imprese beneficiano di maggiore produttività, minori costi immobiliari e di reclutamento e, in definitiva, di una forza lavoro più soddisfatta”.
Poi continua: “Nel 2024, International Workplace Group ha aperto un numero record di 899 nuove sedi, molte delle quali in località periferiche o in città più piccole, spinti dalla crescente domanda di lavoro ibrido in luoghi più vicini a dove vivono i lavoratori. L’ufficio non è morto, si è semplicemente avvicinato a dove vivono le persone – e le aziende che adottano questo modello ne trarranno grandi benefici”.
Katie Randall, leader of city economics & strategy di Arup, ha dichiarato: “Mentre le organizzazioni ripensano il ruolo del luogo di lavoro, i modelli ibridi possono essere un catalizzatore di crescita sia personale che economica. Dare ai dipendenti la possibilità di scegliere spazi di lavoro flessibili e locali non solo migliora la concentrazione e riduce lo stress da pendolarismo, ma alimenta anche una cultura di soddisfazione e lealtà”.
“Gli effetti a catena sono profondi: le aziende ottengono performance migliori, le comunità prosperano grazie a nuovi poli economici e l’economia globale ne trae un vantaggio significativo. Con la crescita della produttività come priorità per i governi, la nostra ricerca dimostra che il lavoro ibrido può essere parte della soluzione.”