Dal 2014 al 2024 il numero delle banche sul territorio nazionale è sceso da 664 a 423. La chiusura di ben 241 banche in 10 anni è un chiaro segnale di come sia cambiata e stia tuttora cambiando il contesto economico italiano.
Gli sportelli bancari danno ancor più la percezione del cambiamento poiché ne sono stati chiusi 10.980 dal 2014 al 2024, passando da 30.740 a 19.760 sportelli in Italia.
La fonte dei dati elaborati dall’Ufficio studi WeUnit.it, relativi agli anni 2014-2024, è la Banca d’Italia.
”Negli ultimi 10 anni il settore bancario ha subito una profonda trasformazione e il numero degli sportelli ha registrato un calo di oltre il 35% – commenta l’amministratore delegato di WeUnit.it Angelo Spiezia – L’avvento delle piattaforme online ha cambiato il modo in cui i clienti accedono ai prodotti finanziari. In questo scenario il mediatore creditizio gioca un ruolo chiave diventando un ponte tra cliente e mercato finanziario. Il mediatore offre accesso a un’ampia gamma di soluzioni finanziarie, evitando al cliente di rivolgersi a singole banche con offerte limitate. Inoltre” conclude Spiezia “diversamente dagli istituti di credito, il mediatore non vende prodotti di una sola banca, ma valuta l’intero mercato per individuare le migliori soluzioni”.
L’evoluzione normativa ridefinirà nuovamente il ruolo di banche e intermediari finanziari e il mediatore creditizio diventerà sempre più una figura indispensabile per il sistema finanziario e per i clienti.
I dati analizzati hanno dunque mostrato un aumento del numero di mediatori e collaboratori, chiaro segnale di una crescente domanda di consulenza specializzata.
Famiglie, imprese e professionisti si rivolgono sempre più ai mediatori creditizi per l’accesso al credito, che grazie anche all’uso di piattaforme fintech e big data sono in grado di fornire servizi sempre più efficienti e personalizzati.