Era stato presentato come un intervento urgente e indifferibile, addirittura indispensabile per rimettere in moto il mercato immobiliare; era stato difeso con le unghie e con i denti durante i lavori parlamentari per la sua conversione da decreto in legge; aveva suscitato entusiasmo e approvazione tra le associazioni di categoria…
Ma la realtà è che il Salvacasa, che doveva consentire ai proprietari di sanare le piccole irregolarità formali delle proprie abitazioni, rimettendo sul mercato, della compravendita o delle locazioni, una numero non indifferente di case e appartamenti che, sino a quel momento ne era stato giocoforza respinto, con grave danno per proprietari, mercato ed erario, a oggi ha prodotto nulla o quasi.
E’ tutto fermo, quasi fosse la norma, ancor prima che le abitazioni su cui legifera, ad avere bisogno di essere sanata.
Mancano i moduli per le segnalazioni e le comunicazioni di inizio attività, i comuni non sanno come calcolare le oblazioni e si trovano di fronte a mille difficoltà interpretative. L’annunciato mini-manuale promesso dal ministro competente Matteo Salvini verso fine novembre durante l’assemblea dell’Anci, che dovrebbe contenere le istruzioni per far funzionare la legge e il “listino prezzi” delle sanzioni per gli interventi da regolarizzare, è sempre lì lì per arrivare, ma non arriva mai.
I colleghi che contattano il ministero per avere notizie si sentono rispondere cose del tipo: “ormai ci siamo, a momenti esce e mandiamo comunicato”, “si si, sta arrivando, tempo di sistemare la cosa graficamente e rilasciamo tutto”, o ancora “un attimino che si asciuga l’inchiostro e lo pubblichiamo”.
Ma è un attimino che ormai dura da mesi…
Allora la domanda la rivogliamo direttamente al promotore della norma: Signor ministro, che fine ha fatto il Salvacasa?