Catella torna libero: il Riesame annulla i domiciliari

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Il Tribunale del riesame ha accolto l’istanza presentata dai legali di Manfredi Catella, revocando la misura degli arresti domiciliari disposta nei suoi confronti a seguito delle inchieste avvitate dalla Procura della Repubblica sull’urbanistica milanese. L’accusa è di falso e corruzione.

I giudici del Riesame si sono presi tre giorni per valutare la richiesta della difesa. Le motivazioni, attese nei prossimi giorni, chiariranno se la decisione si basa sull’assenza di elementi indiziari gravi oppure su un venir meno delle ragioni cautelari che avevano giustificato la misura restrittiva. L’imprenditore, fondatore e amministratore delegato di Coima, è uno dei principali protagonisti dello sviluppo immobiliare milanese degli ultimi anni.

Si tratta di un provvedimento che ricalca quello già adottato dieci giorni fa per Alessandro Scandurra, coindagato nello stesso filone per corruzione. All’architetto e membro della Commissione paesaggio del Comune di Milano, sospettato di essere il pubblico ufficiale corrotto, erano stati revocati i domiciliari da un altro collegio del Riesame. Oggi, un diverso collegio ha accolto anche il ricorso presentato dai legali di Catella, il professor Francesco Mucciarelli e l’avvocato Adriano Raffaelli, annullando l’arresto dell’imprenditore. Come per Scandurra, si dovranno attendere fino a 45 giorni per conoscere le motivazioni alla base della decisione.

In attesa delle motivazioni ci si consenta un breve commento da profani di cose legali e penali. A memoria le motivazioni che sostengono le misure cautelari dovrebbero essere: pericolo di fuga, pericolo di inquinamento delle prove e, infine, pericolo di reiterazione del reato. Onestamente, quale delle tre rientrerebbe in questo caso?

La fuga? Ma dove? Che senso avrebbe? Anzi, per il poco che si possa conoscere un personaggio pubblico attraverso frequentazione legata al lavoro, Catella dà proprio l’impressione di essere uno di quelli che lotta sino alla fine per sostenere le proprie ragioni. L’inquinamento delle prove? La Procura sembra avere in mano mazzi di intercettazioni (quelle emerse sulla stampa, peraltro, appaiono tutt’altro che schiaccianti) e poi stiamo parlando di immobili: non si spostano, per definizione! Infine: la reiterazione del reato? C’è bisogno di commentare?

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