Una serie di verifiche a tappeto che riguardano uno dei progetti più ambiziosi del Governo Conte-bis, ovvero quello relativo al Cashback. La possibilità di chiedere i rimborsi, tramite un apposito sistema, per diverse tipologie di operazioni commerciali che vengono effettuate, tramite le carte, sia di credito che di debito e bancomat, che vengono registrate al proprio profilo.
La digitalizzazione dei pagamenti è un aspetto da rimarcare sempre di più, che va di pari passo, necessariamente, con l’annientamento del digital divide. Al giorno d’oggi, è innegabile sottolineare come la tecnologia abbia cambiato completamente modo di approcciarsi alla quotidianità. Ormai, buona parte delle attività vengono svolte direttamente tramite il proprio smartphone. E non si tratta unicamente di lavoro, ma anche e soprattutto di attività legate all’ambito ludico, come ad esempio le app per giocare alla roulette online, oppure quelle per allenarsi e tenersi in forma, fino ad arrivare a quelle dedicate alla preparazione di un gran numero di ricette.
Controlli a tappeto
Il piano Cashless di Stato è un sistema che è stato realizzato appositamente per fare in modo di ridurre l’impiego del contante e contrastare in maniera più efficace l’evasione fiscale. Un progetto che è stato sostenuto da tutta una serie di bonus e di premi che hanno lo scopo di garantire degli incentivi ai pagamenti in forma elettronica, che vengono completamente tracciati.
Nel corso delle ultime settimane, si sono palesati sempre di più utenti che sono stati ribattezzati con la colorita espressione i furbetti del Cashback. In poche parole, sfruttando il fatto che nel computo totale non fosse inserito un importo minimo di spesa in riferimento alle transazioni, hanno provato a differenziare i propri pagamenti, nella maggior parte dei casi rivolti al medesimo gestore, in vari scaglioni, con la speranza che, così facendo, potessero guadagnare posti nella classifica del Super Cashback, che di sei mesi in sei mesi mette in palio 1.500 euro ai primi 100mila cittadini che hanno totalizzato più acquisti con le piattaforme di pagamento digitali.
Per fare in modo di imporre uno stop a questi abusi, che hanno portato a un gran numero di danni ai vari imprenditori, il Ministero dell’Economia ha già deciso quale strada prendere, inserendo tutta una serie di nuovi paletti e dando il via alle prime verifiche.
Chi rischia grosso
Una delle prime indiscrezioni che si sono diffuse riguarda le diverse verifiche che hanno come fine ultimo quello di trovare i furbetti del Cashback. Nello specifico, le autorità vogliono individuare tutti coloro che si sono resi protagonisti di vari abusi all’interno di questo sistema.
Se fino a questo momento non c’è stata la possibilità di introdurre alcun tipo di provvedimento, dal momento che le disposizioni di legge non prendevano in considerazione questa fattispecie. Una volta che le verifiche sono iniziate, tutti coloro che si sono resi protagonisti di questo comportamento non resteranno chiaramente in classifica.
Scendendo un po’ più nei particolari, PagoPa, ovvero l’ente che si occupa in toto della gestione dell’applicazione IO, ovvero quella che serve per poter accedere al servizio Cashback, sta provando a individuare tutti coloro che hanno portato a termine, con il medesimo gestore o negozio, tutta una serie di micropagamenti a una ridotta distanza di tempo gli uni dagli altri.
Insomma, l’unica certezza è che tutti coloro che verranno beccati non rimarranno nella classifica che porta all’ottenimento del premio del Super Cashback. Proprio per questo motivo, si sta riflettendo pure sull’introduzione di tutta una serie di nuove restrizioni in riferimento ai pagamenti. Ci potrebbe essere un nuovo blocco sul quantitativo massimo di pagamenti da effettuare nel medesimo negozio nell’arco della stessa giornata.