Case green nel limbo tra bonus incerti e 4 mln di abitazioni da ristrutturare

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Quando si parla di Case Green è d’obbligo un breve riassunto della situazione, visto che l’ultima notizia risale a luglio 2025, con il mancato recepimento nel nuovo disegno di legge di delegazione europea.

In sostanza, la direttiva prevede che gli stati membri riducano il consumo di energia degli edifici residenziali in via progressiva: del 16% entro il 2030 e del 22% entro il 2035. Inoltre, i nuovi edifici devono essere ad emissione zero, quelli degli enti pubblici a partire dal 1° gennaio 2028 e tutti gli edifici di nuova costruzione a partire dal 1° gennaio 2030.

Ancora, il 16% degli edifici non residenziali dovrà essere ristrutturato entro il 2030 e il 26% entro il 2033, attraverso l’introduzione di norme minime di prestazione energetica.

L’Unione Europea ha lasciato sostanzialmente carta bianca ai singoli Stati, che dovranno lavorare per raggiungere questi obiettivi, ma il mantra per la direttiva europea sembra essere il “vedremo cosa fare”.

In attesa della manovra 2026 si parla di un mantenimento dei bonus edilizi al 50%, questione richiesta a gran voce dal comparto delle costruzioni, visto che la previsione 2026 era di abbassarla al 36% , percentuale considerata troppo bassa considerando l’aumento delle materie prime dell’edilizia.

Secondo l’Industry Trend Costruzioni di Atradius, in tutta l’Unione Europea e nel Regno Unito i costi dei materiali rimarranno infatti più elevati rispetto al passato e la carenza di manodopera sarà strutturale. Entrambe le questioni incideranno quindi negativamente sui margini dei costruttori e questo si tradurrà in costi di ristrutturazione più elevati per il cittadino.

Qualcosa è stato fatto

Secondo il rapporto Nomisma-Rockwool, aggiornato a maggio 2024, il 54% delle abitazioni italiane appartiene alle classi energetiche con le performance peggiori (classi F e G). In particolare, nella zona climatica D la percentuale di abitazioni con le prestazioni peggiori raggiunge il 65%, incidendo fortemente sui consumi energetici del settore residenziale.

Secondo l’analisi oltre la metà dell’obiettivo fissato dalla direttiva (l’8% su 16%) è già stato conseguito grazie agli interventi di riqualificazione energetica favoriti dagli incentivi fiscali messi in atto dal 2020 al 2023 (Superbonus 110%, Ecobonus, Bonus Casa, Bonus Facciate). Questi interventi hanno consentito infatti di ottenere un 8,9% di risparmio energetico e rimane pertanto da conseguire un ulteriore risparmio del 7,1% dei consumi energetici entro il 2030.

Secondo i calcoli di Nomisma, grazie a un ulteriore investimento di 83,4 miliardi di euro in interventi di riqualificazione, sia completi che di sola sostituzione di impianti, si potrebbe raggiungere l’obiettivo Ue in 5 anni intervenendo su circa il 10% degli edifici residenziali.

4 mln di case interessate dalla direttiva

Secondo Francesco Burrelli, presidente nazionale Anaci, “in Italia ci sono 1 milione e 300mila condomini, di cui 30 milioni di unità immobiliari. Saranno interessate dalle normative green circa 4 milioni di case. A ogni unità si spendono circa 20mila euro per abbassare una classe energetica. Per due classi, come ci chiede l’Europa, ci vogliono 40mila euro.

Oltre il 70% dei condomini è stato costruito prima delle norme energetiche, sono tutti in classe G. La prima legge è del 1974. Tutto quel patrimonio è stato costruito senza regole tecniche.”

“Oltre il 70% degli italiani vive in condominio, sono più di 40 milioni di persone con un reddito medio intorno a 1500 euro. Come faranno dal 2026 al 2030 a fare questi interventi? Non ce la faranno. Vanno trovate risorse in Europa e con collaborazioni pubblico-privato. L’Europa deve gestire questo processo sulla casa green, ma una parte dei soldi che potevano servire a questa partita sta andando alla guerra.”

Anche a Milano la situazione è molto simile: “L’80% del patrimonio immobiliare residenziale necessita di interventi”, ha detto il presidente di Anaci Milano, Leonardo Caruso, sottolineando che “il patrimonio nasce per la gran parte entro la fine del 1980, quindi oggi ci troviamo ad avere immobili che, per natura e per data di costruzione, necessitano di importanti interventi.”

Chi si sta muovendo

Il ministro per il clima, l’energia e l’ambiente irlandese Darragh O’Brien ha stanziato quasi 1,1 miliardi di euro nel bilancio 2026 per accelerare la transizione energetica dell’Irlanda e sostenere il percorso del Paese verso un futuro a zero emissioni nette.

Miglioramenti energetici domestici: finanziamenti record per la ristrutturazione e l’energia solare fotovoltaica.

Il bilancio 2026 prevede un finanziamento di 558 milioni di euro per gli interventi di ammodernamento energetico residenziale e comunitario della Sustainable energy authority of Ireland (Seai), incluso il programma Solar Pv (fotovoltaico).

Si tratta di un aumento di 89 milioni di euro rispetto allo stanziamento corrispondente del bilancio 2025. Ciò significa che saranno disponibili più fondi che mai per rendere le case più calde, più salubri, più confortevoli e meno costose da riscaldare.

Si prevede che questi finanziamenti saranno ulteriormente integrati da risorse aggiuntive, come uno stanziamento del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), che prevede un aumento della dotazione per il programma Warmer Home nel 2026.

Continua inoltre a essere sostenuta l’attuazione del programma di prestiti per l’ammodernamento energetico delle case, che offre prestiti a basso costo per la ristrutturazione, con tassi di interesse a partire dal 3%.

C’è chi si sta muovendo, quindi, e chi invece aspetta, ma gli stati dovrebbero ora predisporre e trasmettere i National building renovation plans (Nbrp’s) in bozza entro il 31 dicembre 2025, e in versione finale entro il 31 dicembre 2026.

È molto probabile che molti di questi obiettivi vengano rinviati o modificati, anche perché gran parte dei fondi statali è stata destinata ad altri settori.

La prossima manovra potrà chiarire almeno il destino dei bonus edilizi che, assieme al Conto termico 3.0, restano ad oggi strumenti concreti a disposizione dei cittadini per rendere le proprie abitazioni più efficienti dal punto di vista energetico.

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