Le banche si stanno affacciando a un nuovo decennio dopo una serie di problematiche importanti e una crisi caratterizzata da margini molto contenuti, con tassi decisamente ridotti e dei requisiti regolamentari che si sono fatti sempre più stringenti. Ecco spiegato il motivo per cui è davvero arrivato il momento giusto per mettere in atto quella che è stata ribattezzata la rivoluzione tecnologica.
D’altra parte, la tecnologia ha ormai inglobato tantissime attività e servizi. Anche non in riferimento all’ambiente di lavoro, ad esempio al settore ludico, sono tante le novità che sono state rese possibili dall’evoluzione tecnologica. Basti pensare alle numerose piattaforme che si trovano online, e che sono sempre più sicure se certificate AAMS o ADM, che consentono di piazzare scommesse netbet in modo semplice e rapido. Il tutto godendo di un’esperienza di gioco che ha ormai ben pochi eguali, accessibile senza problemi sia da smartphone che da tablet.
Un cambiamento che non si può arrestare
Non si può fermare una rivoluzione così imponente come quella tecnologica, eppure le banche nutrono ancora fortissimi dubbi e preoccupazioni a muovere le funzioni più critiche e darle in gestione a terzi su delle infrastrutture pubbliche.
Eppure, si tratta di un passo che andrà fatto inevitabilmente e le modifiche a cui adeguarsi, sia dal punto di vista regolamentare che culturale, saranno notevoli. Insomma, la resistenza rispetto alla tecnologia, messa in atto da parte di tantissime banche, non ha molto senso, anzi non tiene conto dei confini temporali in cui viviamo.
Stando a quanto è stato riportato da parte di S&P, il futuro delle banche è, in maniera inevitabile, verso il cloud pubblico. Il fatto di poter lavorare in cloud comporta un bel po’ di vantaggi per le banche, prima di tutto rappresentati da delle importanti economie di scala.
Detto questo, cresce anche la scalabilità e la flessibilità, di conseguenza rendendo molto più rapido l’intero processo di trasformazione digitale, rendendo gli stessi istituti di credito decisamente più competitivi che in passato. Certo, le sfide da considerare non sono affatto poche, visto che bisogna immaginare di trasferire le app critiche e tutta la mole di dati su un cloud pubblico.
La trasformazione delle banche verso l’open cloud
Ci saranno diversi cambiamenti da affrontare, non solo a livello strutturale, ma anche dal punto di vista culturale, così come sotto il profilo del corpo di regole da rispettare. Serve chiaramente adeguarsi a nuovi standard con l’intento di garantire un livello molto più alto di sicurezza e di solidità.
Certo, lascia abbastanza sorpresi il fatto che buona parte delle banche in Europa non abbia ancora capito l’importanza di prendere di patto tale cambiamento e cercare di velocizzarlo il più possibile. Anzi, pare proprio che la maggior parte degli istituti di credito, resti ancorata ad una fase tipicamente embrionale nello sviluppo della tecnologia cloud, limitandosi piuttosto a prediligere delle soluzioni di cloud privato per quanto riguarda lo svolgimento di operazioni e attività critiche.
E’ abbastanza facile intuire come anche la pandemia abbia notevolmente rivoluzionato le modalità con cui una banca intrattiene le relazioni con la clientela. Infatti, gli appuntamenti fisici sono stati limitati in misura sempre maggiore, stimolando in questo modo la crescita nell’uso di strumenti, servizi e prodotti digitali.
In tal senso, tutti questi cambiamenti comporteranno anche un impiego sempre maggiore dei servizi cloud: in definitiva, nel corso dei prossimi cinque anni il trend della conversione al cloud salirà in misura sempre maggiore. Pare, secondo le previsioni, le banche dovrebbe puntare a investire una quota sempre maggiore del proprio progetto It sui servizi cloud, portando definitivamente a termine la transizione nei confronti del pubblico.