Il panorama immobiliare e delle costruzioni sta assistendo a un significativo aumento dei contenziosi legali. L’allarme è stato definito un vero e proprio allarme rosso contenziosi. L’argomento, non nuovo per i lettori di Requadro, è stato rilanciato con maggiore forza e dati da Italia Oggi. In particolare l’incremento del numero di cause è principalmente riferito alle questioni legate ai bonus edilizi e, in particolare, ai lavori bloccati.
Le fonti individuano diverse cause che alimentano questa crescente conflittualità. Innanzitutto, uno dei fattori scatenanti è la normativa tecnica in costante mutamento. La continua evoluzione delle regole rende difficile per le imprese e per i professionisti navigare nel quadro normativo, generando incertezza e potenziali errori che possono sfociare in dispute. A ciò si aggiungono gli incentivi fiscali che sono stati caratterizzati da scadenze rigide e da procedure complesse.
La combinazione di termini perentori e iter burocratici complicati ha spesso creato difficoltà nell’ottenimento e nella gestione dei benefici, portando a contestazioni tra le parti coinvolte.
Un’altra causa significativa è il frequente disallineamento tra la fase progettuale e quella esecutiva. Quando ciò che viene progettato non trova una corretta corrispondenza o attuazione sul cantiere, emergono problemi che possono degenerare in controversie legali.
In questo contesto, anche le difficoltà nella monetizzazione dei crediti fiscali e il mutato contesto normativo hanno rappresentato fattori che le imprese hanno talvolta invocato per giustificare interruzioni o abbandoni dei lavori. Tuttavia, come evidenziato da alcune recenti decisioni giudiziarie, le difficoltà nella cessione dei crediti fiscali non possono essere opposte al committente come causa di scioglimento o sospensione del contratto. Tali eventi rientrano infatti nel rischio d’impresa e sono considerati pienamente prevedibili.
La giurisprudenza in materia si sta quindi consolidando, cercando di ridefinire la distribuzione delle responsabilità e affrontando casi specifici che vanno dal mancato sgombero delle aree di cantiere, alla questione del compenso per i professionisti anche se i lavori non sono stati realizzati, fino al risarcimento per la perdita della possibilità di beneficiare del bonus o per errori nelle pratiche fiscali.
La complessità del quadro normativo e procedurale, unita alle difficoltà operative e finanziarie riscontrate, ha contribuito a creare un terreno fertile per l’aumento dei contenziosi legati ai bonus edilizi, trasformando in alcuni casi il Superbonus in un potenziale Supermalus.