Nonostante le aspettative diffuse che prevedevano un aumento, i crediti deteriorati in Italia hanno registrato un inatteso calo ad aprile 2025. Un dato sorprendente che emerge dal rapporto mensile dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi), un’analisi che porta un sospiro di sollievo al settore bancario.
Mentre per il 2025 si profilava un incremento di queste esposizioni problematiche, i dati Abi di aprile rivelano una diminuzione a 31,1 miliardi di euro, in calo rispetto ai 31,3 miliardi registrati a dicembre 2024. Questo andamento positivo si riflette anche sulla percentuale rispetto al totale degli impieghi creditizi, scesa all’1,50% ad aprile, rispetto all’1,51% di fine 2024.
Il quadro generale mostra una robusta ripresa e una gestione efficace da parte delle banche, se si considera che dal loro picco massimo di 196,3 miliardi di euro raggiunto nel 2015, i crediti deteriorati netti hanno subito una contrazione di oltre 165 miliardi. Questa categoria include sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute o sconfinanti.
A contribuire a questo scenario favorevole, si osserva anche una tendenza al ribasso dei tassi di mercato. L’Euribor a 3 mesi, a esempio, si è attestato all’1,96% nei primi giorni di giugno, ben al di sotto del 2,84% di dicembre. Parallelamente, i costi dei prestiti sono diminuiti: a maggio, il tasso medio per le imprese è sceso al 3,64%, mentre per i mutui casa si è attestato al 3,19%. A supporto della solidità del sistema, la raccolta bancaria rimane robusta, con i depositi che mostrano una crescita del 3,5% su base annua.
Per quanto riguarda il peso specifico dei crediti deteriorati legati al settore immobiliare, le fonti a disposizione non forniscono dati dettagliati che quantifichino la loro incidenza sul totale. Tuttavia, il calo dei tassi sui mutui casa, come evidenziato dall’Abi, è un segnale positivo che potrebbe indicare una minore pressione sulle famiglie e di conseguenza una potenziale stabilizzazione delle esposizioni creditizie legate al mattone.