Il legno grande protagonista del nuovo Exhibition Center di Agordo

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Il nuovo Congress and Exhibition Center di Agordo, Belluno, si insedia in un’area verde attualmente periferica rispetto al centro cittadino, in un contesto paesaggistico tipico delle valli dolomitiche. I due giovani progettisti Emanuele Bressan e Andrea Botter, architetti under 35, lo hanno concepito per ospitare molteplici funzioni a servizio della comunità locale: manifestazioni, concerti, spettacoli teatrali, convegni, conferenze, mostre d’arte, fiere ed esibizioni.

Prendendo spunto da suggestioni legate al contesto urbano e paesaggistico, il progetto ne reinterpreta il linguaggio formale adattandolo alle esigenze tipologiche del nuovo edificio. Il volume costruito si sviluppa sotto un tetto a falde ripetute caratterizzato da una linea spezzata tesa che nasce a sud (nei pressi di un edificio esistente) e si sviluppa verso nord (lato ingresso) creando un segno iconico nel paesaggio. Ispirandosi ai canoni formali tipici delle costruzioni rurali della vallata, la struttura portante è stata realizzata in legno, anche per ragioni di sostenibilità ambientale: lo schema si presenta quindi come una sequenza di elementi verticali alternati a puntoni obliqui che disegnano il prospetto e irrigidiscono la struttura.

Cuore e centro di interesse del progetto è la grande sala polivalente, che si estende da nord a sud sotto un sistema di ampie travi reticolari in legno lamellare, che garantiscono una luce libera di quasi cinquanta metri e permettono un’estensione del volume interno di più di cento metri nel lato lungo dell’edificio. Spazi di distribuzione, servizi, depositi e locali tecnici si concentrano lungo una fascia localizzata ad est della sala, consentendo, grazie ad uno schema a pettine, una gestione flessibile dello spazio. La grande sala, infatti, può anche essere suddivisa liberamente, adattandosi alle necessità degli eventi ospitati e dei fruitori.

Le facciate nord e ovest appaiono come dei grandi schermi che garantiscono un’ampia visuale sul paesaggio montano circostante; le facciate sud ed est sono invece opache, rivolte rispettivamente verso il pendio erboso retrostante e l’edificio esistente adibito a magazzino. A protezione dei sistemi vetrati, i grandi sbalzi della copertura consentono non solo la giusta protezione dagli agenti atmosferici ma anche il corretto sfruttamento degli apporti solari durante la stagione estiva ed invernale, permettendo la riduzione dei costi di climatizzazione.

Lo schema della struttura portante disegna obiettivamente l’immagine del progetto e definisce il suo spazio interno. Il sistema costruttivo si caratterizza per l’estrema leggerezza e per l’utilizzo di elementi prefabbricati da assemblare a secco, quindi con tempi contenuti di cantiere e precisione delle lavorazioni eseguite con macchine a controllo numerico in stabilimento. Una struttura leggera, ampia, in grado di riconoscersi in un tetto, o meglio, in una linea di copertura, vero e proprio “segno” in grado di intervenire attivamente nel paesaggio nel quale è insediato (foto Simone Bossi).

di Danilo Premoli – Office Observer
 

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