Il Proptech usa la tecnologia per cambiare e migliorare il modo di costruire, comprare, affittare e vendere proprietà residenziali e commerciali.
Le startup Proptech che sono nate negli ultimi anni e continuano a crescere e diffondersi sempre più, trovando però accoglienza discordante tra gli addetti ai lavori del settore immobiliare. Alcuni vedono queste nuove realtà come una minaccia e come un qualcosa che vuole prendere il posto delle tradizionali agenzie, probabilmente intimoriti da ciò che l’innovazione ha causato in altri settori (basti pensare al rapporto tra gli hotel e AirBnB o tra i tassisti e Uber).
In realtà, a un’analisi più attenta, si scopre che non è necessariamente così.
Prendiamo il caso di quelle startup che cercano di accelerare i tempi di vendita degli immobili proponendosi come acquirenti diretti, come Opendoor (per ora attiva solo negli Stati Uniti, sebbene costituisca il faro per il settore ovunque nel mondo) o Casavo.
Queste aziende innovative dovrebbero essere viste dalle agenzie immobiliari come tradizionali acquirenti o venditori; entrambe, infatti, impostano il rapporto con gli agenti immobiliari identificandoli come veri e propri partner.
Le agenzie immobiliari attuano con Opendoor normalissime transazioni acquirente-venditore.
Per gli agenti che devono aiutare i loro clienti ad acquistare un immobile, infatti, Opendoor dà accesso alle proprie case sul mercato. L’agente andrà a visitare la casa con il cliente e, una volta che questo avrà trovato l’appartamento dei suoi sogni, potrà avviare il processo di compravendita e Opendoor, come venditore, verserà delle commissioni (non precisate sul loro sito internet) all’agente intermediario. Lo stesso meccanismo si presenta anche quando l’azienda acquista un immobile – in questo caso Opendoor riconosce un 1% di commissione sul valore della proprietà.
Lo schema di partnership proposto da Casavo, che collabora già con più di 200 agenzie a Milano, è molto simile, ma più chiaro.
Il metodo è semplice: Casavo acquista un’immobile dall’agenzia e questa, al momento della vendita, riceve le commissioni del venditore (stabilite dall’agenzia) più un 1% versato da Casavo. Un po’ poco? Non proprio. C’è da considerare che Casavo conclude le transazioni in 30 giorni garantiti, permettendo agli agenti di concludere rapidamente la vendita.
Successivamente, la startup milanese investe a proprie spese in opere di ristrutturazione e marketing che aumentano il valore dell’immobile e ne facilitano la rivendita. Una volta pronto per essere venduto, Casavo affida l’immobile alla stessa agenzia da cui l’ha acquistato. Di nuovo, quindi, l’agenzia potrà ottenere le commissioni da un nuovo acquirente (la percentuale sarà stabilita in autonomia) e Casavo verserà un’ulteriore commissione dell’1-2% in base alla rapidità con cui viene conclusa la transazione.
In sostanza Casavo permette alle agenzie di ottenere le stesse commissioni che otterrebbe con una normale transazione, ma accorcia i tempi e paga commissioni aggiuntive che vanno dal 2 al 3% del valore dell’immobile.
A giudicare dai loro modelli di business, queste startup non hanno intenzione di competere con le tradizionali agenzie, anzi, l’intento è proprio quello di lavorare insieme per migliorare un settore che potrebbe offrire tanto ma che ancora non riesce ad aprirsi alle innovazioni tecnologiche.
Gli agenti immobiliari dovrebbero trarre beneficio dal Proptech per offrire un migliore servizio ai clienti traendone a loro volta un vantaggio. Il mondo del real estate è ancora abituato ai metodi tradizionali di fare compravendita ma la tecnologia ha da offrire moltissimi strumenti che possono essere usati per migliorare questo settore e rendere i clienti più soddisfatti.
Il mercato del real estate è più che pronto per dei cambiamenti, ha solo bisogno di una scossa e di un’iniezione di investimenti e tecnologia per entrare a far parte del mondo moderno.
di Simona Monterosso – responsabile marketing Casavo
