giovedì, Ottobre 30, 2025

Assoimmobiliare: Italia attrattiva per l’estero, ma la sfida va vinta sul capitale dormiente domestico

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L’Assemblea 2025 di Confindustria Assoimmobiliare, tenutasi presso le Scuderie di Palazzo Altieri, ha messo in luce un potenziale di crescita significativo per i capitali domestici nel settore immobiliare, evidenziando al contempo una marcata sottoesposizione degli investitori istituzionali italiani.

L’Italia mantiene la sua posizione di meta privilegiata per gli investimenti internazionali. In dieci anni, gli investimenti esteri sono cresciuti, arrivando a rappresentare circa il 65% del totale degli investimenti nel settore immobiliare nazionale. Tuttavia, il mercato dei capitali domestici contribuisce solo per il 35% del totale. Un dato che indica ampi margini di espansione, specialmente a supporto del residenziale in locazione.

Il divario con gli altri grandi mercati europei appare netto: solo il 17% del patrimonio immobiliare terziario in Italia è detenuto da investitori istituzionali. Tale percentuale contrasta con l’oltre 40% registrato in Francia e Germania.

La discussione ha focalizzato l’attenzione sulla necessità di mobilitare la ricchezza privata interna. In Italia, 1.600 miliardi di euro sono fermi sui conti correnti, esposti all’erosione inflattiva, una risorsa che potrebbe alimentare l’economia reale e sostenere le politiche abitative e i processi di rigenerazione urbana.

Il presidente di Confindustria Assoimmobiliare, Davide Albertini Petroni, ha sottolineato l’urgenza di rendere il settore accessibile a questa liquidità. “Per rispondere anche alla grande sfida dell’affordable housing e alla carenza di offerta abitativa su tutto il territorio nazionale è essenziale rendere il settore immobiliare attrattivo per il mercato dei capitali”.

Sul fronte casa, il fabbisogno abitativo stimato per i prossimi anni richiede oltre 635mila nuove case, per un costo calcolato in circa 150 miliardi di euro. A ciò si aggiunge la domanda di nuove strutture di senior living, studentati, presidi sanitari, data center e poli logistici. Tali investimenti, come evidenziato dal Presidente, “non potranno essere sostenuti dal solo settore pubblico né dalla sola proprietà individuale”.

Albertini Petroni ha insistito sulla necessità di creare un ponte tra il capitale e le esigenze sociali, richiedendo una maggiore trasparenza e chiarezza nel quadro normativo e fiscale.

Preoccupazione fiscale sul DL Bilancio

Un elemento di forte preoccupazione emerso durante l’Assemblea riguarda l’attuale formulazione del disegno di legge di Bilancio. Albertini Petroni ha espresso allarme per gli interventi che potrebbero penalizzare fiscalmente il comparto immobiliare gestito: “Di certo non vanno in questa direzione, e destano forte preoccupazione, interventi che penalizzano fiscalmente il settore immobiliare gestito, come l’aumento di due punti percentuali dell’IRAP per banche e assicurazioni che, così come attualmente formulato nel disegno di legge di Bilancio, sembra colpire anche i gestori di OICR immobiliari”.

Colpire fiscalmente tale comparto riduce la capacità degli operatori di sostenere investimenti significativi per la transizione verde e la creazione di un’offerta abitativa accessibile. Per questo motivo, l’Associazione richiede che SGR e SICAV vengano escluse dall’applicazione della norma.

Le Richieste di Assoimmobiliare

Confindustria Assoimmobiliare ha presentato sei richieste per trasformare il settore immobiliare in una leva sociale e competitiva, chiedendo regole chiare, strumenti competitivi e procedure snelle:

1. Armonizzazione dei veicoli di cartolarizzazione. Eliminare le disparità per rendere lo strumento più competitivo e attrattivo per gli investitori.
2. Trattamento fiscale dei mercati quotati. Allineare il trattamento fiscale sugli strumenti quotati che intervengono in Italia al regime previsto per le SIIQ, al fine di aumentare capitalizzazione e liquidità del mercato.
3. Segregazione patrimoniale. Confermare il principio della segregazione patrimoniale dei fondi di investimento anche nelle fasi parlamentari e attuative, per garantire un quadro stabile agli operatori.
4. Trasparenza fiscale dei fondi. Aggiornare il regime eliminando la tassazione aggiuntiva per partecipazioni oltre il 5% nei casi in cui siano garantite pluralità e trasparenza, mobilitando capitali privati senza oneri per lo Stato.
5. Bene Strumentale per la Locazione. Riconoscere gli immobili abitativi concessi in locazione da investitori professionali come bene strumentale, consentendo la deducibilità dei costi. Questo favorirebbe nuovi investimenti pubblici e privati nella locazione residenziale.
6. Riforma IVA. Riformare il regime IVA applicabile agli immobili abitativi, consentendo l’opzione per l’imponibilità su cessioni e locazioni da parte di operatori professionali e introducendo un’aliquota agevolata per i locatari, ampliando l’offerta abitativa a prezzi accessibili.

Albertini Petroni ha concluso ribadendo che, “per passare dalle parole ai fatti, sono necessarie azioni concrete. Occorrono strumenti efficienti per trasformare il capitale privato in progetti di housing accessibile e interventi di rigenerazione urbana che uniscano sostenibilità economica e coesione sociale“.

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