Transizione green, intelligenza artificiale, nuovi modelli di abitare e un mercato che non smette di evolversi sono tra le principali sfide che gli agenti immobiliari sono chiamati ad affrontare nel futuro più prossimo. Lo sottolinea Fabrizio Segalerba, segretario nazionale Fiaip, che mette l’accento sull’importanza di qualità, formazione continua e professionalità per rafforzare la percezione dell’agente come punto di riferimento per cittadini e istituzioni.
DOMANDA: Quali ritiene saranno le principali sfide che la categoria dovrà affrontare nei prossimi anni, e in che modo la Federazione potrà sostenere gli associati nell’affrontarle con competenza e visione?
RISPOSTA: Credo che le sfide saranno tante, molteplici. Intanto ci sarà la transizione green con le ricadute della Direttiva Europea sulle Case Green che, al momento, è in una fase di evoluzione dopo un primo stop che c’è stato nello scorso anno. Poi un’altra sfida sarà sicuramente l’evoluzione demografica e sociale che cambia la domanda abitativa e la crescente digitalizzazione nei processi, oltre al rischio di nuove forme di abusivismo nei confronti dell’agente immobiliare favorito dalle varie piattaforme online. Non dobbiamo dimenticare che un’altra sfida importante sarà quella dell’intelligenza artificiale, una rivoluzione che è già in atto, che può cambiare radicalmente il nostro lavoro. La Federazione, nei prossimi anni, dovrà farsi promotrice di questa sfida organizzando momenti di incontro, formazione, strumenti dedicati affinché l’AI diventi un alleato per l’agente immobiliare e non una minaccia.
La Federazione dovrà sostenere gli associati da un lato con una tutela sindacale forte, capace di difendere il lavoro, dall’altro contrastare l’irregolarità all’interno che va a minare la professionalità dell’agente immobiliare. Dall’altro, con la creazione di strumenti e percorsi di crescita che permettano all’agente immobiliare di trasformare i cambiamenti in opportunità. Sicuramente ci vorrà una visione che accompagni gli agenti immobiliari non solo nella gestione quotidiana ma anche in quella che sarà una visione e un’interpretazione del futuro.
E poi anche il modo di cambiare dell’abitare in questo periodo è molto sentito perché le evoluzioni dal punto di vista sociale, demografico e della nostra società ci porteranno a fare dei cambiamenti anche all’interno delle città con la nascita di nuove periferie, l’accessibilità alla casa per i giovani o per il ceto medio. Ci saranno delle sfide importanti anche da quel punto di vista.
D: A proposito di nuovi modelli abitativi, secondo lei quale potrà essere il loro impatto nei prossimi anni, sostanzioso o ancora marginale?
R: Ci vorrà ancora un po’ perché queste forme più alternative si facciano sentire. Ma l’esigenza delle nuove forme di abitare che si sta manifestando in questo momento è comunque lo specchio di una società che sta cambiando. Nuove esigenze familiari, trasformazioni demografiche, lo smart working, le migrazioni interne, la formazione di nuovi nuclei: le dinamiche del mercato cambiano sempre al cambiare della società e quindi nei prossimi anni credo che tutto questo, anche con l’invecchiamento della popolazione italiana, diventerà ancora più evidente.
Quindi, da un lato crescerà la domanda di abitazioni efficienti, sostenibili, integrate con i nuovi stili di vita. Dall’altra emergerà anche però la necessità di rigenerare un patrimonio immobiliare vetusto e poco performante.
Se noi pensiamo alle nostre case, come erano alla fine dell’Ottocento, come sono cambiate negli anni ’50 dell’immediato dopoguerra, negli anni ’70, a quello che è oggi, c’è stata un’evoluzione importante. Le famiglie sono molto meno numerose, si sono frammentate e quindi sono aumentati magari i nuclei ma con meno persone all’interno.
In tutto questo credo che la tecnologia oggi rappresenti uno scenario importante. Non è solo un supporto operativo ma può diventare anche uno strumento di analisi avanzata. Se pensiamo ai big data applicati all’estimo, all’uso dell’intelligenza artificiale per costruire modelli predittivi di valutazione o anche la possibilità di integrare banche dati per avere valutazioni o stime sempre più accurate e trasparenti.
All’interno di tutto questo l’agente immobiliare ha una funzione importante, cioè la capacità di interpretare i numeri, di interpretare il cambiamento alla luce della conoscenza reale dei mercati locali. È proprio in questo equilibrio tra innovazione tecnologica da una parte e competenza umana che l’agente immobiliare potrà giocare una partita importante.
D: Quale crede sia oggi la più grande responsabilità dell’agente immobiliare nei confronti di clienti e colleghi, e come intende valorizzarne la professionalità all’interno di Fiaip?
R: Essere il garante della fiducia del cittadino, dei clienti che ci affidano i beni e i risparmi di una vita e la fiducia dei colleghi e degli altri operatori perché operiamo in un settore dove la collaborazione è importante.
Ritengo quindi che la necessità e la centralità è di vedere l’agente immobiliare come un player di mercato e non come una figura subalterna ad altri professionisti. Credo che l’agente immobiliare debba essere oggi preparato, qualificato e considerato nel suo ambito e nella sua specificità, all’altezza degli altri tecnici e quindi geometri, architetti, avvocati, notai che incontra nell’’interazione nel negozio giuridico di vendita degli immobili.
La fiducia però si costruisce e, quindi, anche la figura e la leadership dell’agente immobiliare si costruiscono seguendo il cliente in ogni fase della compravendita garantendo chiarezza e trasparenza in tutti i suoi passaggi. Questo si riverbera poi anche nei confronti dei colleghi nell’ambito di un rapporto di collaborazione, perché la responsabilità è quella di tutelare il cliente e, allo stesso tempo, elevare la professionalità dell’agente immobiliare.
D: Quale strumento crede sia oggi necessario per elevare la figura dell’agente immobiliare?
R: Credo che oggi ci sia ancora troppa diffidenza verso l’agente immobiliare e, per superarla, è necessario alzare il livello qualitativo e professionale attraverso uno degli elementi che per noi sarà fondamentale nel prossimo governo della federazione, cioè l’introduzione della formazione obbligatoria continua, l’introduzione dei crediti formativi e la certificazione delle competenze.
Questo credo che sia un passo veramente importante: l’agente immobiliare deve crescere dal punto di vista professionale, qualitativo, culturale, per essere a livello degli altri professionisti. E questa è la strada di cui Fiaip si è fatta promotrice nel tempo perché dal 2024 abbiamo una norma UNI che è la 11932 che fa seguito alla PDR 40 del 2018 che rappresenta un passo fondamentale per riconoscere la figura certificata e il ruolo dell’agente immobiliare.
La categoria ha bisogno di crescere in autorevolezza e deve rivendicare sempre di più quel ruolo centrale all’interno del comparto immobiliare che deve esercitare con piena legittimazione. Ma la piena legittimazione l’avremo solamente con una crescita formativa e qualitativa dell’agente immobiliare. Su questo credo che non si possa più transigere.
Noi abbiamo bisogno di dare trasparenza al mercato, di dare un mercato efficiente, di rendere veramente il mercato libero con una facilità di accesso, consapevoli del fatto che noi abbiamo una marea di dati a nostro favore, perché l’agente immobiliare è colui che sulla strada conosce il mercato. Però dobbiamo essere percepiti dal cittadino per quello che è il reale valore dell’agente immobiliare e per far percepire il reale valore dobbiamo dare un servizio di elevata qualità. E per dare un servizio di qualità ci vuole preparazione e formazione.
D: Quale corso desidera imprimere a Fiaip durante il suo mandato e i valori che guideranno le sue scelte per andare a rafforzare il ruolo della federazione nel panorama immobiliare nazionale?
R: Credo che Fiaip debba continuare ad essere vista come un punto di riferimento imprescindibile per gli agenti immobiliari. Io intendo come un sindacato, un sindacato forte, inclusivo, autorevole. Questo significa valorizzare il ruolo dell’agente immobiliare all’interno della filiera, difendere la categoria e al contempo sempre innalzarne quello che è lo standing professionale.
I valori che guideranno questo percorso saranno quindi la partecipazione, l’inclusione e la difesa.
Dobbiamo dare voce ai nostri territori per aprire la federazione a nuove professionalità e a nuove generazioni e difendere gli associati da tutto quello che indebolisce la professione, a partire dall’abusivismo che oggi è comunque una piaga importante e che dobbiamo combattere.
Per Fiaip sarà importante potenziare ancora di più il proprio centro studi perché oggi possediamo dati preziosi sul mercato immobiliare ma dobbiamo trasformarli in uno strumento che governi le dinamiche del mercato, cioè che le recepisca e le possa trasmettere, farle diventare parte di quella che è l’informazione verso i propri associati. Solo attraverso l’analisi e la diffusione dei dati possiamo diventare interlocutori credibili per le istituzioni, per i media, per i cittadini.
Inoltre, credo che Fiaip debba essere consapevole del proprio ruolo di guida all’interno del comparto ma allo stesso tempo dobbiamo essere anche capaci di comunicare in maniera diversa col cittadino.
Dobbiamo trasmettere un messaggio chiaro: la mediazione non è un costo ma un valore aggiunto che tutela le parti e garantisce trasparenza alle operazioni. L’agente immobiliare deve essere percepito davvero come un professionista di riferimento nel settore, ma per consolidare questa percezione dobbiamo aumentare il livello qualitativo e professionale.
Un altro aspetto sarà quello di dedicare attenzione ai giovani perché il futuro della categoria è loro, nelle loro mani. Oggi c’è anche un po’ di distacco in generale verso la politica, verso le risultanze sindacali. Noi abbiamo bisogno di ascoltarli, prima di tutto senza essere autoreferenziali ma con umiltà. Dobbiamo ascoltare i giovani perché il futuro della categoria sarà loro.
Dobbiamo includerli, dobbiamo valorizzare le loro idee, le loro energie, perché devono percepire che appartenere a un sindacato oggi non è una scelta del passato ma è un atto di responsabilità, è un’opportunità concreta per difendere la categoria, per alzare il livello qualitativo, per crescere, per contare, per incidere. Perché se cresce la categoria, cresce il percepito della figura dell’agente immobiliare.