giovedì, Settembre 18, 2025

Tech, ambiente e living ridisegnano le professioni immobiliari del futuro

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Per prevedere quali saranno le professioni più ricercate nel mondo immobiliare del prossimo futuro si può partire da quelle che sono le new entry più incisive e assodate del mercato attuale: la digitalizzazione, la salvaguardia dell’ambiente e la nascita e concretizzazione di nuovi modelli abitativi.

Ogni singola professione che ha a che fare con l’immobiliare si sta già confrontando con questi tre mondi, dalla progettazione alla costruzione, dalla mediazione al property management. E, naturalmente, non ne sono esenti i professionisti degli investimenti, dove la tendenza va verso scelte governate dagli Esg e calibrate su dati sempre più raffinati.

Si può quindi iniziare dal proptech, la tecnologia applicata all’immobiliare, le cui imprese hanno realizzato un fatturato di 950 milioni di euro nel 2023. Scenari Immobiliari ha stimato che in Italia, gli investimenti in piattaforme di gestione e controllo abbiano quasi raggiunto progressivamente, dal ‘19 al ‘23, quota 1,4 miliardi di euro, pari a circa il 12,5% del volume d’affari complessivo relativo al settore degli smart building (11,25 miliardi di euro, a esclusione degli interventi prettamente edilizi).

La maggior parte delle aziende di questo comparto, di cui oltre la metà con meno di dieci addetti e quasi tutte con meno di cinquanta, si concentra nello sviluppo di strumenti digitali per l’ambito finanziario e per i servizi professionali, con una forte concentrazione delle sedi nelle regioni del nord e nello specifico a Milano. Le attività delle aziende si focalizzano principalmente sullo sviluppo di servizi relativi alle fasi di pianificazione e progettazione (planning, project management, construction) e gestione immobiliare (property, asset e facility management).

Da questa evoluzione si possono prevedere le richieste di professionisti che opereranno nel settore, che non sta più scontando l’iniziale incertezza di un nuovo comparto ma si è affermato come magnete di investimenti e clienti.

La sostenibilità, secondo pilastro che definisce l’immobiliare del presente-futuro si intreccia con il proptech perché i dati sono alla base di analisi, di proiezioni e di soluzioni, come ad esempio i gemelli digitali che, grazie agli interventi virtuali, sanno efficientare le risorse di immobili anche di grandi dimensioni.

È un mondo che si lega con professionisti che masticano gli Esg e le nuove soluzioni di efficienza energetica sia dal punto di vista progettuale che costruttivo, passando per la comprensione e l’attuazione delle normative europee in tema ambientale che porteranno, case green in primis, a cambiare il mercato dell’immobiliare in nome della salvaguardia dell’ambiente, se mai ci sarà la buona volontà di attuarlo.

In tutto questo si affacciano i nuovi modelli abitativi. In Italia le case costano troppo in proporzione agli stipendi. Secondo l’analisi di Fimaa Confcommercio, in Italia nel 2025 molte persone fanno fatica a comprare casa a causa di condizioni e congiunzioni sfavorevoli.

Nonostante la domanda di acquisto sia stabile o in crescita (+0,8% nelle compravendite previste), pesano infatti l’aumento delle quotazioni di mercato e dei prezzi degli immobili, i costi elevati di ristrutturazione, i salari medi ancora troppo bassi per garantire un facile accesso al credito e ai mutui e, non da ultima, l’inflazione che rosicchia i risparmi.

Il tutto in un contesto aggravato da una generale scarsità di offerta di abitazioni in vendita, che crea un mercato in tensione.

Dati alla mano, il 64% degli under 40 non è ancora riuscito a diventare proprietario e circa un milione di giovani non può permetterselo. Tra chi ce l’ha fatta, quasi un terzo ha potuto acquistare casa solo grazie all’aiuto economico dei genitori (Fonte Ener2Crowd e Facile.it).

Ne consegue che chi vuole acquistare un’abitazione si stia interessando a modelli abitativi alternativi come il social housing, il micro living, il senior housing per le persone anziane e anche il co-living.

La premier Meloni, al Meeting di Rimini, ha annunciato un Piano Casa perché “senza una casa è più difficile costruirsi una famiglia”, con abitazioni calmierate per giovani coppie e buona pace per i single e per chi non rientra nei canoni del governo.

L’attuazione potrebbe finire nella legge di bilancio per il prossimo anno, ma resta il nodo che comprare casa in Italia è difficile, soprattutto il nuovo, che è costoso ma fa più bene al pianeta rispetto al vecchio e include solitamente un buon bagaglio tech tra le mura.

Il cerchio sulle nuove professioni sull’immobiliare, quindi, si chiude: nuovi modelli abitativi, più proptech, più occhio all’ambiente sono le basi che probabilmente nutriranno le professioni del real estate nel futuro. 

Il proptech perché la rivoluzione è in corso, la sostenibilità prima che la terra si rivolti una volta per tutte e nuovi modelli abitativi perché un’alternativa incisiva per trovare casa agli italiani, soprattutto ai più giovani, ancora non c’è.

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