Torna il sentiment positivo tra gli investitori per il settore immobiliare: per la prima volta dal 2022, quasi il 40% si aspetta un aumento delle valutazioni, con core e core+ che riacquistano slancio, tanto che oltre il 60% prevede di aumentare le proprie allocazioni.
Queste le prime evidenze dell’Annual global client survey di Patrizia, che ha raccolto le opinioni di 110 importanti investitori istituzionali in tutto il mondo (che rappresentano quasi 1 trilione di euro di capitale), il sentiment nel settore immobiliare sta tornando a essere positivo dopo due anni difficili.
Per la prima volta dal 2022, un maggior numero di investitori istituzionali si aspetta un aumento delle valutazioni degli asset, con il 39% che prevede un incremento nei prossimi due anni. Si tratta di un significativo rimbalzo rispetto al solo 2% del 2023 e al 27% del 2024.
Anche l’ottimismo sui rendimenti sta crescendo. L’80% degli intervistati ritiene che i rendimenti totali aumenteranno o rimarranno stabili, confermando una tendenza al rialzo costante rispetto al 64% dell’anno scorso e al 45% di due anni fa.
Mahdi Mokrane, co-head of fund management e head of fund management real estate, ha commentato: “La ripresa del sentiment segna un vero e proprio punto di svolta. Dopo oltre due anni di cautela, la fiducia sta tornando, poiché le valutazioni si sono stabilizzate e iniziano persino ad aumentare. In questo nuovo ciclo, gli investitori farebbero bene a sfruttare le opportunità di crescita strutturale guidate dai mega-trend ‘Duel’: digitalizzazione, urbanizzazione, energia e living”.
Il mercato è pronto a ripartire
I volumi delle transazioni nel settore immobiliare sono destinati ad aumentare, con il 73% degli investitori istituzionali che si aspetta una maggiore attività nei prossimi 12-24 mesi, in crescita rispetto al 64% del 2024. Questo crescente ottimismo riflette un consenso sempre più ampio dovuto al fatto che le valutazioni hanno toccato il punto più basso e siano quindi destinate a salire.
Mentre le condizioni di mercato si stabilizzano, le strategie a minor rischio sono ritornate ad essere più attrattive: il 61% degli investitori prevede di aumentare le allocazioni verso le strategie Core o Core+, una percentuale in netta crescita rispetto a circa il 40% dell’anno scorso. Questo cambiamento indica un rinnovato interesse per asset stabili e che generano reddito, oltre a un più ampio rientro sul mercato.
Il residenziale si conferma la scelta principale tra le varie classi di asset, al primo posto per il 47% degli investitori. Seguono le strategie di modern living (21%), che includono alloggi per studenti, residenze per anziani e co-living. La logistica continua a riscuotere interesse (16%), posizionandosi davanti a uffici (9%), hospitality (5%) e retail (3%).
Allo stesso tempo, anche i miglioramenti operativi stanno diventando più attraenti. Tre investitori su quattro danno priorità alle riqualificazioni e alle ristrutturazioni brown-to-green, sottolineando un focus strategico sulla sostenibilità e sulla valorizzazione degli asset come leve fondamentali per la creazione di valore a lungo termine.
Il decennio delle infrastrutture continua
Gli investitori continuano a incrementare le loro allocazioni in infrastrutture, confermando un trend pluriennale costante che riflette la crescente importanza strategica di questa asset class. Il 35% degli investitori istituzionali prevede di aumentare la propria esposizione alle infrastrutture, mentre il 57% si aspetta di mantenere le attuali allocazioni.
Questa crescita continua è sostenuta da un miglioramento delle scelte di investimento: l’80% degli investitori riferisce che oggi ci sono opportunità di investimento più vantaggiose nelle infrastrutture rispetto agli anni precedenti, un aumento notevole rispetto al 48% del 2023 e un ulteriore incremento rispetto al 73% del 2024.
L’ottimismo per le infrastrutture è rafforzato dalle aspettative di performance: il 44% degli intervistati prevede un aumento delle valutazioni delle infrastrutture nei prossimi due anni, mentre solo il 10% si aspetta una diminuzione.
La crescente allocazione di capitale nelle infrastrutture è sostenuta da mega-trend a lungo termine che influenzano sempre più le strategie di investimento.
Quasi il 40% degli intervistati punta ad asset legati alla transizione energetica, mentre il 37% si sta concentrando sulle infrastrutture digitali come reti in fibra ottica o data center. Questi settori stanno superando quelli più tradizionali come le utility (10%) e i trasporti (10%)
Una tendenza sempre più importante è la convergenza tra il settore immobiliare e le infrastrutture: oltre l’86% degli investitori considera ora le strategie combinate Real Estate-Infrastructure (RE-Infra) come attraenti o è aperto a esplorarle.
Questo dato sottolinea un crescente interesse verso approcci di investimento integrati, sostenibili e smart. Tale cambiamento riflette la sempre maggiore consapevolezza che i confini tra immobiliare e infrastrutture si stanno dissolvendo, man mano che gli investitori cercano soluzioni olistiche allineate con i mega-trend strutturali a lungo termine.
Graham Matthews, head of infrastructure di Patrizia, ha commentato: “Il cosiddetto decennio delle infrastrutture continua, spinto dal forte interesse degli investitori a modernizzare gli asset ‘smart’ in linea con i mega-trend DUEL. I co-investimenti e i partenariati pubblico-privati offrono più opzioni di investimento per tutti i profili di rischio e le diverse dimensioni delle transazioni. La convergenza tra il settore immobiliare e le infrastrutture non è più una visione, ma sta già prendendo forma”.
Criteri Esg di primaria importanza
Nonostante le sfide in corso, il 69% degli investitori istituzionali prevede di integrare ulteriormente i criteri Esg nei propri processi di investimento. Le barriere più citate rimangono la complessità normativa e la mancanza di dati standardizzati e di alta qualità, entrambi segnalati dal 64% degli intervistati come ostacoli principali per l’espansione delle strategie di investimento sostenibile.
Guardando al futuro, il sentiment degli investitori è diviso: il 45% ritiene che i criteri Esg diventeranno ancora più importanti nei prossimi anni, mentre il 37% si aspetta che la loro influenza diminuisca. Tuttavia, solo il 13% pensa che gli sviluppi politici globali non avranno alcun impatto sui temi Esg, sottolineando la crescente e complessa interconnessione tra sostenibilità e geopolitica.
Edward Pugh, head of investment management sustainability di Patrizia, ha commentato: “Anche in mezzo a questa incertezza, un messaggio è chiaro: le tematiche ESG non sono più una preoccupazione secondaria. È una lente attraverso cui si stanno rivalutando rischio, valore e performance a lungo termine. Gli investitori che si adatteranno più velocemente saranno nella posizione migliore per guidare il prossimo ciclo di investimenti in real asset”.