giovedì, Settembre 4, 2025

Più concerti, meno nightlife: l’Italia degli spettacoli vale 4 miliardi di euro

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Nel 2024 in Italia si sono svolti 3,37 milioni di spettacoli, in crescita del 6,15% rispetto all’anno precedente. Gli spettatori sono stati complessivamente 250,3 milioni (+2,25%), per una spesa di 4,02 miliardi di euro (+1,94%). 

Numeri cospicui, anche se la spesa media per spettatore (15,83 euro) e il pubblico medio per evento (75,2 persone) sono in leggero calo. La Siae, che ha realizzato il report annuale da cui sono tratti i dati, interpreta questa tendenza come il segnale di un sistema che privilegia eventi diffusi e di scala contenuta, piuttosto che i grandi raduni di massa. In pratica: meno colossi da stadio, più festival di piazza e cinema di quartiere.

Il cinema, di fatto, si prende la scena in termini di quantità con 2,7 milioni di proiezioni (l’81% del totale), ma raccoglie solo il 29% del pubblico e il 13% della spesa. Il tutto in un contesto dove nel 2024 in Italia erano operative circa 1.305 sale cinematografiche, con un totale di 3.532 schermi. 

Concerti calamite dello spettacolo

Sul fronte opposto i concerti: appena il 2% degli eventi, ma capaci di attrarre 29 milioni di spettatori (l’11% del totale) e di generare il 25% della spesa. 

Dentro al settore musicale, il pop/rock si prende l’80% del pubblico, mentre jazz (+8,6%) e classica ritrovano un po’ di slancio. Il teatro resta un pilastro con un +4,5% di spettacoli e un pubblico in crescita del 7,2% (28,3 milioni di presenze). Le discoteche e i club, con il 6% dell’offerta, attirano il 13% degli spettatori: un segnale che la nightlife italiana, pur senza più i fasti visti fino a fine anni ’90, ha ancora voce in capitolo.

Pochi i club riconosciuti a livello globale

A proposito di club: ogni anno DJ Mag pubblica la classifica dei Top 100 al mondo e qui l’Italia non brilla. I primi posti sono dominati da Ibiza, Brasile, Washington DC e Bali, con nomi storici come il Berghain di Berlino, il Pacha di Ibizia, il Ministry of Sound di Londra e l’Academy di Los Angeles. I locali italiani entrano in lista, ma nelle retrovie: Phi Beach di Baja Sardinia (61°), After Caposile di Musile di Piave (82°), Cromie Disco di Castellaneta (92°) e Spazio Novecento di Roma (97°). Un piazzamento che racconta di un clubbing meno centrale a livello italiano, ma che riempie serate e calendari.

Le discoteche, comunque, si difendono: oltre 200.000 spettacoli (+1,8%), 34 milioni di partecipanti (+0,5%) e una spesa di circa 500 milioni di euro. L’estate resta il cuore pulsante della nightlife: tra giugno e agosto si concentra il 32% degli eventi, il 39% degli spettatori e il 40% della spesa complessiva. Agosto domina con 225 partecipanti medi per evento e 15 euro di spesa a testa, mentre dicembre sale a 20,87 euro, complice Capodanno e qualche drink in più.

Il settore conta anche un tessuto imprenditoriale rilevante: a settembre 2024 risultano attive 2.512 imprese con codice Ateco dedicato a discoteche e club. La geografia premia il nord: Lombardia in testa con 368 imprese (14,6% del totale), seguita da Toscana (255) ed Emilia-Romagna (245).

Il vero motore, comunque, restano i concerti, che hanno registrato la crescita più significativa: +6,3% di spettacoli, 29 milioni di spettatori (+2,9%) e una spesa che sfiora il miliardo di euro (989 milioni). I grandi eventi hanno fatto la differenza: i Coldplay con quattro date allo Stadio Olimpico di Roma, gli AC/DC all’Arena di Reggio Emilia, Travis Scott e Taylor Swift a Milano. Biglietti non proprio economici, ma evidentemente irresistibili.

Lombardia terra di spettacoli

Guardando al quadro di spettacoli territoriale più ampio, la Lombardia guida la classifica con 600.000 eventi (18% del totale), 53,6 milioni di spettatori (21%) e oltre 1 miliardo di euro di spesa (25%). Seguono Lazio, Veneto ed Emilia-Romagna, che insieme generano quasi il 60% della spesa. Le crescite più marcate arrivano però da Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e Basilicata, mentre l’aumento più evidente di pubblico riguarda Molise (+10,1%) e Valle d’Aosta (+5,9%). Il nord-est mostra le performance migliori (+9% di eventi, +4,5% di pubblico), mentre il centro Italia cresce nell’offerta (+7,9%) ma fatica un po’ sulla partecipazione (+1,3%). Sempre più evidente la destagionalizzazione: lo spettacolo non vive più solo d’estate, ma si distribuisce lungo l’anno, un po’ come il turismo.

In sintesi, lo spettacolo in Italia si conferma vitale, diversificato e in evoluzione. Si spende un po’ meno a testa, si partecipa a eventi più diffusi e meno concentrati, ma i numeri, tutto sommato, ci sono. 

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