L’ampliamento dell’Osservatorio di Sormano si configura come nuovo polo didattico-scientifico di eccellenza

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Situato a 1100 metri di altitudine sulla Colma di Sormano, l’Osservatorio astronomico risultava una struttura inadeguata per l’affluenza crescente di scolaresche e appassionati, rendendo necessario un ampliamento funzionale e qualitativo della struttura.

Dopo un’approfondita analisi di fattibilità, nel 2019 è stata individuata un’area comunale, su un pendio esposto a est, lungo il crinale che separa le due pendici montane e affacciato verso la Grigna e il Resegone. La scelta della posizione ha tenuto conto dell’orografia, della vegetazione esistente e dell’esposizione ottimale rispetto alla volta celeste, elementi fondamentali per la destinazione d’uso astronomica e per la mitigazione dell’impatto ambientale.

Il progetto, firmato dall’architetto Marco Castelletti, ha previsto un edificio parzialmente interrato, allineato alle curve di livello per garantire l’integrazione con il pendio e la connessione ai sentieri pedonali esistenti, preservando la vegetazione. La distribuzione planimetrica si sviluppa lungo un asse nord-sud, con le due funzioni principali (osservatorio e planetario) collocate agli estremi e caratterizzate da cupole distinte. La cupola dell’osservatorio, più avanzata, garantisce la migliore visibilità del cielo da oriente a occidente, mentre quella del planetario, di maggiori dimensioni, rimane più defilata e meno visibile dal percorso principale.

L’edificio accoglie al piano terra un salone polivalente tra la sala del planetario e l’osservatorio astronomico e al piano seminterrato una sala di soggiorno e le camerate con 25 posti letto come rifugio escursionistico. Sulla copertura, tra le due cupole, è stata realizzata una terrazza-belvedere che si estende sul tetto verde, utilizzabile per eventi e osservazioni all’aperto.

Le strutture verticali e orizzontali sono in X-Lam, con rivestimento esterno in tavole di larice verticale, destinate a ingrigire naturalmente per armonizzarsi con il contesto boschivo. La copertura a verde contribuisce all’integrazione paesaggistica oltreché al miglioramento delle prestazioni energetiche. L’orientamento dell’edificio e la scelta dei materiali mirano alla minimizzazione dell’impatto visivo e ambientale, mantenendo una relazione diretta con il paesaggio e valorizzando le vedute sulle montagne circostanti, lasciando in evidenza la cupola dell’osservatorio come elemento identificativo. L’edificio è stato inserito nelle giornate di primavera del FAI.

di Danilo Premoli – Office Observer
Archivio Architettura
 

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