Data center, Italia nel mirino dei colossi tech, ma l’energia è la sfida cruciale

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L’Italia si sta affermando come un nuovo e strategico hub nell’infrastruttura europea dei data center, con previsioni di investimenti che potrebbero superare i 10 miliardi di euro entro il 2026. Un dato che pone il Paese in una posizione di crescente rilievo nello scenario continentale, attirando l’attenzione di giganti tecnologici e fondi infrastrutturali.

Secondo le analisi del Real Estate Data Hub, il market report semestrale curato dal Centro studi di Remax Italia, dall’Ufficio studi di Yard Reeas e dall’Ufficio studi di 24MAX, la capacità complessiva dei data center in Italia è già cresciuta del 17% nell’ultimo anno, raggiungendo i 513 MW IT. Milano si conferma il polo più sviluppato con 238 MW IT, avvicinandosi a mercati europei emergenti come Madrid e Varsavia, ma anche Roma e Bari registrano una crescita significativa.

Questa dinamica è alimentata dalla crescente adozione dell’intelligenza artificiale, del cloud e dell’edge computing. Inoltre, la scarsità di nuove aree nei tradizionali hub europei (Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi, Dublino) spinge gli operatori globali a considerare l’Italia, dove è possibile trovare aree brownfield da riqualificare e un crescente impegno verso la sostenibilità. Tra gli investitori principali figurano colossi come AWS, Google, Microsoft, operatori di colocation quali Equinix, Data4, Aruba, e fondi infrastrutturali.

Tuttavia, per cogliere appieno questa finestra di opportunità il Paese deve agire tempestivamente su alcuni aspetti cruciali. Uno dei nodi principali, e certamente il più dibattuto nel contesto economico italiano, è la necessità di potenziare la capacità energetica. Questo intervento è fondamentale non solo per supportare la crescente domanda di energia di queste infrastrutture energivore, ma anche “in modo da abbattere costi e impatto ambientale”. Questo sottolinea implicitamente come l’aspetto dei costi energetici attuali sia una variabile critica da gestire per mantenere e aumentare la competitività dell’Italia in questo settore strategico. Un’efficienza e un costo dell’energia più vantaggiosi sarebbero un volano ulteriore per gli investimenti.

Non a caso, la Puglia, e in particolare Bari, rappresenta un esempio virtuoso nel Sud Italia. La sua posizione geografica strategica nel Mediterraneo, la bassa sismicità e, crucialmente, la “forte produzione di energia da fonti rinnovabili” ne fanno una candidata ideale. La Regione Puglia ha anche istituito un gruppo di lavoro intersettoriale per definire linee guida e procedure per la localizzazione e realizzazione di data center, come dimostrato anche dal Mediterranean Data Center Meeting tenutosi a Bari.

Oltre alla sfida energetica, sarà altrettanto importante per l’Italia snellire i processi autorizzativi e garantire un quadro normativo adeguatamente stabile. Solo così il nostro Paese potrà consolidare la sua posizione e trasformare l’attuale espansione in un ruolo da protagonista a lungo termine nel panorama europeo dei data center.

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