Open air, open wallet: il caro vacanze arriva anche sotto le stelle

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Nel 2025, una vacanza estiva media per una famiglia di quattro persone supera i 2.000 euro e arriva ai 3.000 euro fino ai 3.500 euro nelle destinazioni di pregio.

L’incremento dei costi viene attribuito all’inflazione, all’aumento delle spese energetiche e anche alla forte domanda turistica, su cui però è bene un attimo ragionare perché si tratta delle stesse identiche motivazioni dei rincari estivi del 2024 vs 2023, quando si parlava di un aumento medio del +10%, nel dettaglio +17% per gli hotel.

Per l’estate 2025 Consumerismo ha stimato una media pro capite per le vacanze estive di 600 euro. Naturalmente, molto dipende dalla destinazione, però l’alloggio ha un aumento compreso tra il 15 e il 25% e la ristorazione attorno al +3%. Ombrelloni, lettini, spiaggia: se sì, opta per il mare, costeranno in media un +4%.

Nonostante i rincari, comunque, le previsioni per l’estate 2025 vedono una stima di 65,8 milioni di arrivi e 267,4 milioni di presenze tra giugno e settembre, con una crescita compresa tra il 3,4% e il 2,1% rispetto al 2024. Vi è in previsione anche un aumento della spesa turistica, che andrà a toccare quota 39 miliardi di euro (+0,9%).

Sebbene il caro vacanze stia segnando questa estate, il mercato domestico, secondo i dati Consumerismo, sembra riprendersi, con 30,1 milioni di arrivi italiani (+5,5%) .

Anche i dati dell’Osservatorio Turismo Confcommercio in collaborazione con Swg, lo confermano e stimano 30,5 milioni di italiani che hanno in programma almeno una vacanza tra giugno e settembre, con un incremento di 1,5 milioni rispetto all’anno precedente.

I rincari non fanno sconti a nessuno

Glamping a parte, il turismo plein air è storicamente più economico, ma oggi i costi stanno aumentando anche per il cambio della tipologia di offerta.

Villaggi e campeggi turistici hanno visto una  crescita media dei prezzi del 4–5%. Lievissimo l’aumento costo medio per una notte in campeggio, che aumenta a 40 euro nel 2025 contro i 38 del 2024, il che porta a dire che  il campeggio resta tra le opzioni più accessibili.

Ma questa forma di alloggio sta cambiando forma.

In Italia, il numero di campeggi e villaggi turistici è di circa 3000 strutture. Negli ultimi anni, però, i campeggi stanno progressivamente riducendo il numero di piazzole tradizionali per tende, roulotte, camper, a favore di soluzioni abitative quali bungalow e case mobili.

La motivazione ufficiale è la crescente domanda di comfort e servizi simili a quelli alberghieri anche in vacanze open air.

Case mobili e bungalow sono in effetti delle casette in mezzo alla natura e il risultato è che molti campeggi hanno ampliato la sezione di bungalow e case mobili, spesso a scapito delle piazzole classiche, che restano in numero disponibile inferiore rispetto al passato.

Il costo per una casa mobile o bungalow va generalmente dai 70–75 euro a notte, a seconda ovviamente della località, della stagione e dei servizi e si arriva fino a 120 euro in regioni molto richieste come la Liguria e la Sardegna. Ad agosto, nei campeggi di pregio, la cifra raggiunge e supera i 200 euro.

Il turismo plein air è la seconda vacanza più scelta dopo quella alberghiera, con oltre 11 milioni di arrivi e quasi 70 milioni di presenze nel 2024, per un comparto che vale circa il 20–25% del turismo complessivo.

In questo contesto si inserisce quindi un aumento dei costi  e una diminuzione della disponibilità di alloggi economici, soprattutto per il turista itinerante, che porta l’open air ad entrare nel radar del caro vacanze.

I campeggi si strutturano

Club del Sole, uno dei principali player del mercato italiano del turismo, che nel 2020–2021 ha cominciato ad acquisire diversi villaggi, soprattutto nella costa romagnola.

A marzo 2024 NB Aurora, veicolo di permanent capital quotato nella Borsa italiana, aveva sottoscritto un accordo vincolante per la cessione a The Equity Club, iniziativa di club deal promossa da Mediobanca insieme a Roberto Ferraresi e Filippo Penatti, dell’intera partecipazione detenuta in Club del sole Holding, attraverso il veicolo controllato First Club e pari a circa il 40% del capitale sociale di Club del Sole. Il controvalore complessivo dell’operazione di cessione era pari a circa 109 milioni di euro, di cui circa 35 milioni di euro di competenza di NB Aurora.

L’accordo prevedeva un reinvestimento nella società da parte di NB Aurora – insieme ad altri fondi gestiti da Neuberger Berman Aifm e ad alcuni co-investitori – per un importo massimo di 65 milioni di euro (di cui almeno 45 milioni di euro di competenza di NB Aurora), anche attraverso la sottoscrizione, insieme a The equity club, di un importante aumento di capitale destinato a supportare l‘ulteriore crescita della società. La Famiglia Giondi, che ha fondato Club del Sole nel 1974, continua a mantenere la maggioranza del capitale e a guidare il progetto industriale.

È quindi in atto uno strutturarsi che può portare il turismo open air a prendere la forma di progetti industriali che possono sicuramente espandere il settore nella sua forma più comoda, casette mobili e bungalow, ma anche togliere vitalità a una forma di turismo più naturale e accessibile alle persone.

I dati di fine estate diranno se queste scelte stanno pagando in termini di occupazione, così come di risposta da parte dei viaggiatori, soprattutto italiani.

 

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