Nel Q2 ’25 si impennano i costi degli affitti, +5,5% a/a

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Continua a salire il costo degli affitti in Italia. Nel secondo trimestre del 2025, i canoni di locazione hanno registrato un aumento del 4,6%, portando il prezzo medio nazionale a 14,9 euro al metro quadro, il livello più alto mai registrato da idealista da quando ha iniziato a monitorare il mercato nel 2012. Su base annua, la crescita è del 5,5%, secondo l’ultimo report di idealista.

Secondo Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’ufficio studi di idealista: “L’andamento attuale dei canoni di locazione riflette un cambiamento strutturale del mercato: le locazioni transitorie costituiscono ormai circa il 25% dell’offerta complessiva, riducendo la disponibilità dei contratti tradizionali (4+4) e incidendo in modo rilevante sui prezzi, ulteriormente spinti dalla stagionalità.”

Analizzando l’andamento nei capoluoghi, la maggior parte delle città italiane ha visto un aumento dei canoni durante la primavera. Gli incrementi più marcati si sono registrati a Macerata (9,6%), Catanzaro (8,3%), Agrigento (8,6%), Udine (7,9%), Frosinone (7,5%) e Salerno (7,2%). Anche in molte altre città – 51 in tutto – i prezzi sono cresciuti, mentre nei principali mercati si osserva un andamento più contrastato: Palermo segna un 5,9%, Firenze 3,9% e Milano cresce appena dello 0,3%. Roma invece registra un calo dello 0,8%, Torino dell’1,4% e Napoli dell’1,5%.

Le flessioni più consistenti si osservano a Carrara (-9%), Brindisi (-7,7%), Cuneo (-6,9%) e Massa (-6,1%). Gli altri cali vanno dal 5,7% di Trieste alle variazioni minime (-0,1%) di Genova, Lecco, Bolzano e Bergamo.

Milano si conferma comunque la città più cara con un canone medio di 23,7 euro al metro quadro, seguita da Firenze (22,4 euro/m²), Venezia (21,4 euro/m²) e Roma (18,4 euro/m²). I capoluoghi più economiche restano Caltanissetta (4,7 euro/m²), Reggio Calabria e Vibo Valentia (5,4 euro/m²).

Aumenti dei canoni in oltre il 75% delle province

Nel secondo trimestre dell’anno, oltre il 75% delle province italiane ha registrato un aumento dei canoni di locazione.

Le province a bassa densità abitativa e con una forte vocazione turistica risultano particolarmente esposte alla volatilità dei prezzi. In queste aree, l’andamento dei canoni è influenzato da dinamiche stagionali, dalla domanda legata al turismo e dalla crescente attrattività per forme di lavoro temporaneo e flessibile.

Al contrario, nelle province delle principali aree urbane i prezzi mostrano una maggiore stabilità. Lo confermano i dati delle città metropolitane: la provincia di Roma registra un incremento del 2,8%, seguita da Napoli (2,1%) e Milano, più stabile, con un +0,4%. Si segnalano invece lievi flessioni a Bologna (-0,5%) e Torino (-1,5%).

Le variazioni più marcate si riscontrano in alcuni mercati provinciali di dimensioni più contenute quali Gorizia (46,3%), Vibo Valentia (40,4%), Ravenna (29,9%), Crotone (27,1%) e Grosseto (21,6%). Incrementi a doppia cifra in altre 11 province, con variazioni comprese tra l’11,1% di Teramo e il 18,5% di Latina.

Sul fronte opposto, tra le 25 province in calo, spicca Rimini, dove i canoni flettono del 21,4%, seguita da Pordenone (-15,8%) e Rovigo (-12,1%).

A livello regionale, quasi tutte le aree del paese hanno registrato aumenti, ad eccezione del Friuli-Venezia Giulia (-3,5%) e dell’Emilia-Romagna (-1,7%). Gli incrementi più marcati si osservano in Valle d’Aosta (14,9%) e in Calabria (14,5%), ma risultano superiori alla media nazionale anche in Liguria (8,3%), Basilicata (8,2%), Marche e Trentino-Alto Adige (entrambe 6,8%), Alto Adige (6,2%) e Toscana (4,6%).

In termini di prezzi, la Valle d’Aosta si conferma la regione più cara d’Italia, con una media di 22,8 euro/m², seguita da Lombardia (19,9 euro/m²) e Toscana (18,8 euro/m²). Al di sopra della media nazionale si collocano anche Lazio (15,9 euro/m²) e Trentino-Alto Adige (15,8 euro/m²). Le regioni più economiche restano il Molise (6,9 euro/m²) e la Basilicata (7,5 euro/m²).

 

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