Lo scenario peggiore per la crisi in Medio Oriente sarebbe la chiusura dello Stretto di Hormuz che porterebbe il Brent a raggiungere i 100-130 dollari al barile. Tuttavia, questa prospettiva appare ancora lontana e, date le reazioni contenute dei mercati, il nostro scenario di base resta invariato, ma improntato al rischio.
L’azionario USA sta beneficiando delle revisioni al rialzo degli utili del settore tech. Questa tendenza sostiene le prospettive generali per gli utili statunitensi, data la significativa ponderazione del settore nei principali indici. Al contrario, le azioni europee stanno registrando revisioni al ribasso, con la regione più esposta al rallentamento macroeconomico globale e impattata negativamente dalla forza dell’euro.
Continuiamo a guardare con interesse il settore energetico, sulla scia dell’intervento militare statunitense in Medio Oriente e del potenziale rischio di interruzione delle forniture. Abbiamo inoltre incrementato l’esposizione sulle utility, poiché la ripresa dei prezzi dell’energia nel breve termine dovrebbe determinare un miglioramento degli utili e rendere immune il settore dai rischi macroeconomici.
L’attuale contesto nel breve termine è di supporto alle valute rifugio. L’oro dovrebbe consolidarsi a livelli intorno ai 3.350 Usd l’oncia, con un potenziale rialzo sopra i 3.400 Usd.
A cura di Michaël Lok, group cio and co-ceo asset management, Upb, Union Bancaire Privée