Raccolta firme per lo Stadio Meazza di San Siro

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Riceviamo e pubblichiamo l’invito a firmare l’appello nazionale contro l’abbattimento dello Stadio di San Siro che ha già raccolto in pochi giorni più di 500 adesioni, tra architetti, ingegneri, docenti, persone legate al mondo dello sport e dello spettacolo.

La proposta avanzata dalle società di calcio Milan e Inter di abbattere lo Stadio Meazza a San Siro per costruire un nuovo stadio, da finanziare attraverso la cementificazione di tutte le aree verdi che oggi gli stanno intorno, è una grande operazione immobiliare concepita al solo scopo di sanare i bilanci delle due società, senza alcun vantaggio ambientale, economico e urbanistico per la città e per il mondo del calcio. Non c’è infatti nessuna ragione per abbattere lo stadio Meazza, se non quello di fare business con la speculazione delle aree intorno.
Questo appello si rivolge ad architetti, storici, intellettuali, sportivi, artisti, musicisti, personalità del mondo dello sport e dello spettacolo italiani, ma anche stranieri, nella convinzione che lo Stadio Meazza sia Patrimonio Mondiale dell’Umanità e che vada preservato e protetto per le prossime generazioni. Un patrimonio che deve essere difeso da tutti e non solo dai cittadini milanesi e dai tanti comitati e associazioni che da anni si battono contro questo disegno scellerato.
Lo Stadio Meazza è uno dei simboli di Milano e del calcio a livello internazionale, al punto da meritare l’appellativo di “Scala del Calcio”.
Il suo valore risiede sia nella sua storia sia nella sua architettura, abbastanza unica per la stratificazione di quattro fasi costruttive nel corso del XX secolo: Alberto Cugini e Ulisse Stacchini per il primo impianto del 1925-1926, Giuseppe Bertera e [Mario] Perlasca per il primo ampliamento del 1938-1939, Ferruccio Calzolari e Armando Ronca per il secondo ampliamento del 1954-1955, infine Leo Finzi, Enrico Hoffer e Giancarlo Ragazzi per il terzo e ultimo ampliamento del 1986-1990.
Lo stadio ha ospitato celebri partite ma anche famosi concerti, rimasti nella storia.
Un po’come lo stadio di Wembley a Londra, purtroppo demolito e sostituito negli anni 2002-2007 da uno stadio più moderno: nel film Bohemian Rhapsody per la sequenza del famoso concerto dei Queen del 1985 fu necessario ricostruire lo stadio con un modello tridimensionale fatto con il computer: facciamo in modo di evitare che il Meazza abbia la stessa fine.
Per quanto riguarda l’architettura del Meazza, la fase più significativa è quella del 1955, quando l’impianto originario, già modificato e ampliato negli anni ’30, viene avvolto dal cosiddetto secondo anello, con un sistema di rampe che definiscono l’architettura esterna, conferendole un forte dinamismo di carattere espressionista: il fluido andamento delle rampe, in contrasto dialettico con l’emergere delle strutture verticali e dell’intradosso delle gradinate, è di grande bellezza e forza espressiva. Si tratta di una sorta di Guggenheim Museum gigante, dove il sistema dei percorsi di salita diventa architettura traducendosi in spazio, materia, volume.
Anche se l’architetto Armando Ronca e l’ingegnere Ferruccio Calzolari non hanno la fama di altri architetti e ingegneri italiani, come per esempio Gio Ponti e Pier Luigi Nervi, il loro lavoro resta un esempio alto di architettura moderna a livello mondiale.
L’architettura del terzo anello, costruito per ultimo, si raccorda coerentemente con il secondo anello, come mostrano il raccordo delle gradinate in alto e le torri formate da un nucleo pieno e da rampe elicoidali che le rendono simili a gigantesche molle. Il tutto è coronato da una poderosa struttura in acciaio a grandi travi reticolari di acciaio verniciato di rosso, figura inconfondibile nello skyline di Milano.
La qualità dell’architettura del Meazza è confermata da varie pubblicazioni e da uno studio condotto nel 2003 dal sito inglese TicketGum, dove il Meazza si è classificato come miglior impianto italiano e quinto in Europa.
Difendere lo Stadio Meazza da una possibile distruzione è una questione nazionale e non solo locale, è una questione culturale e di civiltà che coinvolge tutti.

Le adesioni all’appello vanno inviate a comitatosimeazza@gmail.com indicando Nome, Cognome, Qualifica professionale anche pregressa, Città.

di Danilo Premoli – Office Observer
Archivio Architettura

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