Da mega costo l’immobiliare aziendale diventa risorsa

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Con l’espressione c-suite si indicano i dirigenti che iniziano per C, quindi ceo, cio, cfo…figure professionali manageriali che prendono decisioni in merito alla finanza aziendale. 

A loro Cbre ha chiesto quale sia l’impatto del real estate nelle loro strategie e la risposta è che il 94% considera l’immobiliare importante per raggiungere gli obiettivi aziendali. Non solo, il 50% ritiene che il real estate lo diventerà ancor di più nei prossimi tre anni. In più, per l’83% l’immobiliare è fondamentale per trasmettere la cultura aziendale.

Di cosa si sta parlando nel dettaglio? Non solo di investimenti, ma anche di uffici, di spazi di lavoro, di supply chain e, più nel tecnico, di misurare le performance del portafoglio immobiliare, di controllare i costi immobiliari, di ottimizzare le location immobiliari e, se occorre, di ridimensionare il portafoglio immobiliare.

Lato uffici, che le grandi imprese siano alla ricerca di location prime, belle, comode e ricche di servizi è cosa nota, tanto che l’office è in buona salute e prevede di restarci per tutto il 2025. Il primo trimestre dell’anno ha visto l’asset trainare gli investimenti 670 milioni di euro su 2,7 miliardi complessivi, +10% rispetto al 2023, con gli investimenti guidati da attività in posizioni centrali e si sono concentrati su prodotti core (JLL). Il primo trimestre ha sottoscritto, con Milano che cresce a livelli di takeup, in un mercato dove la ricerca è su stabili di media dimensione e di qualità.

Uffici, logistica e spazi lavoro come risorsa per l’identità aziendale

Per quanto riguarda la logistica, la metamorfosi si è vista a partire dal post Covid, con questo asset che ha trainato e sta tuttora trainando gli investimenti immobiliari. I vecchi magazzini grigi e polverosi hanno infatti lasciato il posto a spazi logistici (soprattutto last mile) belli, sostenibili e tecnologici come gli Esg comandano. 

Il risultato si riflette sulla brand identity aziendale, del resto quale impresa, fino a 10 anni fa, si sarebbe sognata di mettere i propri magazzini in mostra sul proprio sito web? Oggi questa sembra essere una prassi che, lato mercato, si traduce in un industrial & logistic che ha chiuso il Q1 con 670 milioni di investimenti, capitali core + e value add che dominano e  un repricing negli ultimi 24 mesi che ha portato i rendimenti netti prime al 5,5%.

Lato spazi lavoro la flessibilità fa risparmiare, aiuta a mitigare le sfide economiche, i dazi e l’andamento dei mercati. Lo riporta Iwg in uno studio che contiene l’intervista alla c-suite Usa e Uk, dove il 75%, quindi tre quarti dei manager delle aziende che offrono modalità di lavoro ibrido stanno guardando con ottimismo al 2025, rispetto al 58% delle aziende tradizionali.

Tornando al ruolo del real estate nelle imprese, secondo l’analisi di Cbre i c-suite hanno delle priorità, tra cui più flessibilità ed efficienza (e chi non le vorrebbe), così come ‘abitare’ edifici che offrano opportunità di risparmio sui costi, capaci di attrarre e trattenere talenti, di supportare gli obiettivi di sostenibilità, il tutto con dati e metriche sulle performance immobiliari che permettano di prendere decisioni più efficaci.

E qui si torna al discorso degli uffici prime, che solitamente sono nuovi o rigenerati, per cui sostenibili, ma anche tecnologici, perciò in grado di produrre dei dati che permettono di effettuare delle analisi sulle loro performance e sull’impatto sui bilanci.


I manager che ritengono l’immobiliare molto importante fanno soprattutto parte di aziende tecnologiche, lavorano nei servizi finanziari, professionali e legali. Sono loro a credere maggiormente nel real estate, tanto che il  61% degli operatori dei servizi finanziari, professionali e legali considera il real estate altamente importante, versus un piccolo 14% delle aziende manifatturiere che considera il real estate altamente importante.

Una questione di decisioni

Attualmente, la maggior parte delle aziende (97%) ha una funzione immobiliare centralizzata a livello globale o regionale, con una linea di reporting verso il c-suite e il punto è che i manager che prendono decisioni finanziarie oggi vogliono collaborare in modo più diretto con i team immobiliari e partecipare personalmente alle decisioni.

In che modo il real estate può potenziare l’assetto finanziario e strategico di un’impresa? La risposta è creando luoghi e spazi dove team e clienti si incontrano per generare idee, innovare e realizzare il business.

L’immobiliare viene quindi visto come una vetrina che offre una rappresentazione immediata del brand e della visione aziendale per dipendenti, clienti e comunità più ampie.

Infine, il real estate viene definito un peso massimo, ovvero una risorsa rigida e costosa, ma che può contenere infrastrutture critiche e abilitanti per le aziende.

“Siamo a un punto di svolta per il real estate, dove la gestione degli immobili contribuisce a generare valore per l’organizzazione stessa” , ha dichiarato Fabio Mantegazza, head of advisory & transaction services Italy di Cbre. “Le aziende stanno comprendendo sempre più quanto sia fondamentale la qualità e la progettazione degli spazi di lavoro per il raggiungimento dei loro obiettivi strategici. Uffici ben progettati si stanno affermando come essenziali per creare una cultura aziendale solida e attrarre talenti di alto profilo, contribuendo alla crescita e al successo dell’organizzazione. In questo panorama, la capacità di navigare le complesse dinamiche del mercato immobiliare si rivela cruciale per trasformare queste aspirazioni in risultati concreti”.

Da mega costo, l’immobiliare può quindi diventare un generatore di valore, fattore che può portare le imprese a investire di più o, sicuramente, a investire con più lungimiranza, soprattutto in termini di uffici e spazi lavoro.

 

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