La Fondazione Radicepura nasce nel 2017 a Giarre (CT) per volontà della famiglia Faro che da oltre cinquant’anni si impegna a valorizzare e tutelare la ricchezza della biodiversità del territorio attraverso il Parco Botanico Radicepura, che conta 3000 specie di piante per un totale di 7000 varietà.
Il parco è la sede del Garden Festival, prima biennale dedicata al paesaggio del Mediterraneo che promuove una riflessione intorno al giardino quale elemento culturale, sociale ed economico (imperdibili i percorsi didattici e le domeniche in giardino). Ad ogni edizione, il Festival ospita i lavori di paesaggisti under 36, selezionati da un bando internazionale, accanto a progettisti importanti attivi nel settore.
Insieme ai giardini d’autore e alle installazioni, nel parco trovano spazio anche opere che sono il risultato delle residenze d’artista: sin dalla prima edizione, infatti, l’intento è stato di portare un contributo al dibattito sul legame tra Uomo e Natura, relazione sempre più attuale se si considera l’urgenza delle questioni ambientali (foto Alfio Garozzo).
L’edizione del 2025, la numero 5, dal 17 maggio al 7 dicembre, ha per titolo “Chaos (and) order in the garden”, tema introdotto dal direttore artistico architetto Antonio Perazzi: “Dal caos rinasce la natura e si organizzano le idee. Il giardino in questo momento storico è a cavallo tra il naturale e l’artificiale. Venendo meno le certezze degli spazi formali, germoglia sempre di più un cambiamento stilistico che non ha più timore di individuare nelle piccole cose i valori fondamentali. Ecco dunque che nei nuovi giardini la meraviglia del fare non si oppone all’ozio perché vi è maggiore consapevolezza e rispetto per l’ambiente, privilegiando i tempi lenti come tempi naturali”.
L’inaugurazione della quinta edizione è anticipata dalla pubblicazione del volume “Il giardino delle piante” (Libreria della Natura, Isbn 9791280484239) che ripercorrere le esperienze e le riflessioni nate nella quarta edizione della biennale, con il significativo contributo del celebre paesaggista e architetto Paolo Pejrone che nel parco ha realizzato l’intervento “Vento e Acqua. Tentativi di resilienza”, evocazione di “Una Sicilia riarsa ma col beneficio dell’oasi”.