Nonostante la guerra dei dazi e le turbolenze sui mercati, gli operatori di settore si aspettano che giovedì 17 aprile la Bce tagli il costo del denaro di altri 25 punti base.
Facile.it e Mutui.it hanno stimato che, con questo tipo di intervento, la rata di un finanziamento variabile standard dovrebbe diminuire di circa 17 euro, passando dagli attuali 640 euro a 623 euro. Il taglio potrebbe non essere l’ultimo del 2025; stando ai Futures sugli Euribor a 3 mesi (aggiornati all’11 aprile 2025), l’indice di riferimento per i mutui a tasso variabile dovrebbe continuare a scendere gradualmente passando dal 2,07% di giugno 2025 all’1,76% di dicembre 2025, per poi stabilizzarsi. Se queste previsioni fossero corrette, la rata del mutuo standard preso in esame arriverebbe, entro dicembre 2025, a 598 euro, con un risparmio di circa 42 euro rispetto ad oggi, per poi fermarsi.
Effetto dazi sui mutui?
Guardando al mercato dei mutui, l’effetto ad oggi più evidente innescato dalle politiche trumpiane si è visto sui tassi fissi. Ad inizio aprile, l’introduzione dei dazi reciproci – sospesi poi per 90 giorni – ha fatto crollare le borse mondiali scatenando un effetto a catena che ha contagiato il mercato obbligazionario americano il quale, complice la vendita in massa di treasury da parte della Cina, ha visto schizzare i propri rendimenti. L’aumento dei rendimenti dei titoli obbligazionari americani ha trainato anche quelli dei titoli europei, a cui è agganciato l’Irs, il tasso di riferimento dei mutui fissi, e questo ha comportato in alcuni casi un lieve aumento anche dei tassi finali proposti alla clientela.
“Si tratta di un aumento di pochi punti base che, peraltro, sta rientrando negli ultimi giorni poiché gli indici sono tornati a scendere – spiegano gli esperti di Facile.it -. La situazione è in continua evoluzione, ma le condizioni restano comunque favorevoli”.
Il gap tra tasso fisso e tasso variabile si riduce sempre di più
Chi è oggi alle prese con la richiesta di un mutuo, quale tasso dovrebbe scegliere? Il fisso, dati alla mano, è, seppur di poco, ancora il più conveniente; guardando alle migliori offerte disponibili online, gli indici partono da un Tan del 2,76% corrispondente ad una rata di 582 euro, mentre i variabili partono da 2,97% ed una rata di 596 euro. Presto, però, le cose potrebbero cambiare: l’Euribor è sceso al di sotto dell’Irs, pertanto, non appena le banche decideranno di ridurre gli spread applicati ai finanziamenti variabili, questo tipo di offerta tornerà ad essere competitiva.
“Ci aspettiamo che nei prossimi mesi i tassi variabili offerti alla clientela diventino più convenienti rispetto a quelli fissi, tornando ad essere a tutti gli effetti un’alternativa papabile per gli aspiranti mutuatari – spiegano gli esperti di Facile.it -. Importante ricordare che non esiste, in assoluto, una soluzione migliore rispetto all’altra; la scelta sulla tipologia di tasso andrà presa considerando diversi elementi, quali, ad esempio, le caratteristiche del mutuatario, quelle dell’immobile e la propensione al rischio di ciascuno”.
Scegliere oggi un tasso fisso significa partire da una rata più bassa e garantirsi stabilità per tutta la durata del finanziamento. Puntare sul variabile, invece, significa scommettere che nel futuro prossimo la rata possa mantenersi al di sotto di quella fissa portando ad un vantaggio economico; d’altro canto, però, vuole anche dire esporsi alle variazioni di mercato in un periodo caratterizzato da grande incertezza.
“Resta sempre la possibilità di surrogare – concludono gli esperti di Facile.it – partendo oggi da un tasso fisso, ancora più economico, per poi passare al variabile qualora in futuro ci fosse realmente convenienza”.