Sono pronte le tanto attese FAQ Salva Casa con le quali il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, intende chiarire finalmente ai tecnici dei comuni, ma anche a professionisti e cittadini, come applicare la Legge Salva Casa. Le risposte saranno trasfuse in Linee guida di prossima pubblicazione.
Il ministero ha realizzato un documento, illustrato in occasione della riunione del Tavolo sulla Casa, che contiene le risposte ai dubbi emersi nei primi mesi di applicazione del provvedimento che ha semplificato le sanatorie, i cambi di destinazione d’uso e la regolarizzazione di piccole difformità.
FAQ Salva Casa: domanda unica, documenti e sanzioni
Il FAQ Salva Casa riguarda diversi aspetti sui quali il DL 69/2024 convertito nella Legge 105/2024 è intervenuto: lo stato legittimo degli immobili, le tolleranze, gli immobili vincolati, la disciplina degli edifici ante 1977, le variazioni essenziali, i cambi di destinazione d’uso.
Tra le novità c’è il procedimento a finalità multipla: il Salva Casa consente di attivare un unico procedimento per interventi multipli, con un solo titolo abilitativo finale. Le linee guida chiariscono che questa procedura non si applica solo ai cambi d’uso ma a tutte le trasformazioni edilizie.
In merito allo stato legittimo degli immobili, il Salva Casa semplifica l’iter permettendo di dimostrarlo a partire dall’ultimo intervento, se il Comune ha già verificato i titoli precedenti. Il Mit specifica che la verifica dei titoli pregressi è presunta se il cittadino ha indicato gli estremi dei titoli passati nella documentazione relativa all’ultimo intervento.
Posto che le difformità realizzate su immobili costruiti prima del 30 gennaio 1977 erano difficili da sanare, poiché la normativa non prevedeva procedure per approvare varianti in corso d’opera, il Salva Casa ha introdotto una procedura semplificata che richiede la presentazione di una SCIA in sanatoria e il pagamento di una sanzione. Il Ministero precisa che sono sanabili le varianti eseguire nell’ambito di lavori riconducibili ad un titolo rilasciato prima del 30 gennaio 1977 e che i Comuni non devono verificare la conformità urbanistica ed edilizia delle varianti. Le sanzioni varieranno dai 1.032 ai 10.328 euro.
Fin da subito è stato difficile determinare l’importo delle sanzioni da pagare per ottenere la SCIA in sanatoria. Il Mit ha promesso di fornire ai Comuni criteri metodologici per calcolare le sanzioni: in caso di interventi senza aumento del valore venale, è applicabile la sanzione minima; negli altri casi, il pagamento avviene in due fasi – un primo versamento al momento della presentazione della SCIA e il conguaglio dopo la valutazione dell’Agenzia delle Entrate.
Nel comunicato diffuso dopo la riunione del Tavolo sulle “novità taglia-burocrazia”, il MIT spiega di aver puntato:
• sulla semplificazione delle regole a vantaggio del cittadino (per esempio, con il silenzio assenso sulle domande edilizie entro 45 giorni);
• sugli sportelli unici comunali che parleranno con Sovrintendenze e Regioni, evitando che il cittadino giri troppi uffici, potendo sanare anche difformità su immobili vincolati;
• sulla semplificazione per recupero sottotetti e cambi di destinazione d’uso.