Oltre le sigle, oltre gli slogan e le mode del momento. Ospite di Requadro è oggi Massimo Roj, ceo e founding partner della società di progettazione integrata Progetto CMR, che partendo da ampie analisi su alcune dinamiche globali riflette sul significato della progettazione in chiave sostenibile. Quello che conta, secondo l’architetto, non sono le nomenclature e le parole che cambiano nel tempo, ma l’impegno concreto e l’amore che tutti noi dobbiamo dimostrare nei confronti del pianeta in cui viviamo. Al di là della progettazione e dell’architettura, quindi, che sicuramente hanno una parte fondamentale nell’impatto ambientale, occorre saper guardare in avanti anche a livello politico e strategico. Le risorse stanno per finire e serve un’azione globale e condivisa per invertire la rotta.
Progetto CMR, con l’ingegner Francesco Gallina, sarà tra i protagonisti dell’evento “E.S.G.: i valori della sostenibilità nel Real Estate”, promosso da Requadro in collaborazione con Schneider Electric e con il supporto di Redpoint, in programma il 20 novembre a Milano presso Fondazione Tog in via Livigno.
Domanda: Che cosa significa progettare in chiave ESG? Quali sono gli elementi da rispettare a livello normativo e processuale ma anche etico?
Risposta: Mi sembra che il termine ESG oggi sia un’etichetta che si possa applicare a qualsiasi ambito. Così facendo si snatura e perde di significato. Si parla delle stesse cose di sempre ma con termini diversi: in passato si parlava di green building e di smart building. Oggi la sigla è “ESG”, ma è un tema che si affronta da decenni e al di là degli slogan e delle nomenclature, bisogna essere consci che il pianeta è quello che è e lo stiamo distruggendo. Per risolvere questa crisi ci vuole un’azione forte e congiunta, che coinvolga e unisca tutte le nazioni. Il nostro pensiero deve essere legato alla qualità della vita dell’essere umano e dell’ambiente. Non dobbiamo fossilizzarci negli slogan e nelle sigle. Nel 2012, dopo l’Expo di Shangai scrissi un libro dal titolo “Less ego more eco”, in cui ho spiegato l’importanza di operare al di sopra degli interessi del singolo, siano essi individui, aziende, partiti o paesi. Dobbiamo operare per il bene di tutti. Si tratta di un discorso molto vasto, quindi, che va oltre la progettazione. Le sigle sono utili per la comunicazione, ma bisogna dare priorità alla sostanza. Noi come Progetto CMR è almeno dal 2000 che operiamo nel rispetto dell’ambiente e dell’uomo, con una visione a lungo termine capace di guardare al futuro. È a questo che bisogna tendere: all’uomo, al pianeta e alla sostenibilità economica, per il nostro benessere e per quello delle generazioni che verranno.
D: Trent’anni di Progetto CMR. Trent’anni di architettura, in Italia e nel mondo. Com’è cambiata la progettazione in ottica ESG in questi tre decenni?
R: Quando siamo nati, trent’anni fa, eravamo in un momento storico completamente diverso: abbiamo vissuto i cambiamenti derivati da tecnologia, internet e cellulari; sono cambiate le modalità di lavoro e il mondo è diventato più dinamico e flessibile. E questo è frutto della ricerca. Mi vengono in mente cose straordinarie, che mentre accadevano non pensavo potessero dare vita a cambiamenti così epocali. Solo ora riesco a capirne la portata. Per fare un esempio, abbiamo visto l’arrivo del wifi anni prima che diventasse di uso comune perché abbiamo avuto la possibilità di lavorare disegnando gli spazi di lavoro per aziende internazionali che portavano innovazione e tecnologia nel nostro Paese, come Cisco. In tanti nostri progetti abbiamo visto il futuro, e sono stati anni sia esaltanti, perché abbiamo visto la crescita e l’innovazione, sia difficili a causa degli attentati e della crisi economico-finanziaria, che ha avuto conseguenze anche nel settore immobiliare. Ma alla fine il nostro compito è sempre stato quello di tradurre l’architettura in qualcosa che interessasse le persone e gli spazi da abitare, con un pensiero al futuro. E anche oggi è questa la linea che seguiamo. Il termine “progettare”, dal latino “proiectare”, significa del resto “gettare in avanti”.
D: Un breve focus su Milano. Ci vuole parlare di due interventi di Progetto CMR all’avanguardia in termini di sostenibilità?
R: Uno è in dirittura d’arrivo ed è il quarto immobile del progetto di rigenerazione urbana The Sign, promossa da Covivio, che stiamo ultimando. Dove ora si erge il distretto innovativo, prima c’era un vecchio sito industriale abbandonato, la vecchia fonderia Vedani. The Sign è un’area green e tecnologica, con un forte orientamento alla sostenibilità e al benessere delle persone. Il primo lotto ha già ottenuto la certificazione BiodiverCity®, mentre il secondo è in attesa di certificazione: in Italia, si tratta del primo progetto di rigenerazione urbana a ricevere tale certificazione. L’ultimo immobile ha invece ottenuto la certificazione LEED con punteggio Platino; mira a ottenere la certificazione WELL, il massimo standard per la qualità di vita dei lavoratori negli ambienti di lavoro; ed è già stato riconosciuto con la WiredScore Certification con punteggio Platino, attestando l’eccellenza delle infrastrutture tecnologiche e la disponibilità di una connettività digitale di altissimo livello. Un secondo progetto altamente sostenibile è De Castillia 23, nel quartiere Isola. Anche in questo caso si tratta di un edificio abbandonato da anni e precluso alla popolazione, che ritorna finalmente agli abitanti della città. È un edificio mangia-smog, con una facciata di vetro eco-attiva che permette di offrire un’illuminazione naturale per il 70% dell’orario di lavoro, riducendo drasticamente il consumo di energia elettrica. Le altre superfici esterne sono invece in grado di assorbire 59 kg di ossido di azoto all’anno grazie alle loro proprietà antinquinamento, l’equivalente di quanto farebbero 200.000 mq di aree verdi. Anche il sistema linfatico dell’edificio è caratterizzato da impianti di ultima generazione, che utilizzano fonti rinnovabili per la produzione energetica. Il sistema fotovoltaico, integrato in copertura, produce circa 40.000 kWhel di energia pulita, per assorbire 12 tonnellate di CO2 e per restituire 9 tonnellate di ossigeno all’anno. Così come una pompa di calore ad acqua di falda ad altissima efficienza sfrutta l’energia geotermica sia per il riscaldamento sia per il raffreddamento degli uffici, senza rilasciare inquinanti nell’ambiente circostante. Completa il progetto la realizzazione di 2.000 mq di verde con piantumazioni che assorbono 12 tonnellate di CO2 per restituire 9 tonnellate di ossigeno all’anno.
D: ESG e sistema Italia: che cosa possiamo fare di più come Paese?
R: Come dicevo prima, ci vuole un’indicazione più forte a livello centrale che venga poi diffusa a livello locale. Ma l’indicazione centrale deve essere maggiormente condivisa. Se l’Europa fa una cosa e la Cina e gli Stati Uniti ne fanno un’altra, è difficile che ci siano risultati. Alla Cop29, il presidente azero Ilham Aliyev ha dichiarato: “Il petrolio è un dono di Dio”. Sentenze come questa dimostrano che l’egoismo è ancora più forte dell’interesse generale. Questo mi rende triste, soprattutto per il futuro che avranno i miei figli e nipoti. Sono le future generazioni che devono sopravvivere nella Storia, non noi. Ma noi dobbiamo tutti lavorare nella giusta direzione, realizzando progetti che consumano meno e che siano più a misura d’uomo. Poi però è anche vero che l’Italia è un paese molto piccolo e anche se la nostra attività è fatta bene incide molto poco nelle dinamiche globali. Tutta Milano è grande quanto un solo quartiere di una città cinese da milioni di abitanti. È per questo che ribadirò sempre che ci vuole maggiore cooperazione tra persone, professionisti, comunità e, soprattutto, Paesi.
La partecipazione al convegno del 20 novembre è gratuita previa iscrizione.
Per iscriversi inviare una mail all’indirizzo: info@requadro.com – Scarica il Programma del convegno Esg- 20 novembre ’24